Viaggio in Tanzania

La Tanzania raccontata dal Filo di Nicky

Paese di antiche tradizioni, la Tanzania conserva soprattutto nelle danze rituali e in ambito musicale quel bagaglio di cultura che rappresenta la grande varietà etnica del territorio. Ogni etnia locale, da quella swahil a quella makonde ha, infatti, le proprie danze, arte e musica.

Visitare la Tanzania è esplorare un territorio molto vario in cui sono presenti: la vetta del Kilimangiaro (la più alta dell’Africa), la regione dei Grandi Laghi, la Rift Valley, il Parco Nazionale dei Serengeti (dove durante i safari si possono ammirare i Big Five, i cinque animali più temuti della savana).

Molte sono le mete che ogni anno attirano turisti da tutto il mondo, luoghi di straordinaria bellezza. Tra questi vi sono anche le isole tropicali di Zanzibar e il parco marino di Mafia, dove sono presenti gli squali balena e le splendide barriere coralline. La Tanzania è, dunque, uno Stato tutto da esplorare, visitando anche le città di Dar es Salaam e la capitale Dodoma, per rivivere la storia di questo paese dal passato coloniale.

Cartina: Tanzania

La Tanzania, con 947.300 km² di estensione, è uno Stato dell’Africa orientale e uno dei paesi più grandi a livello mondiale. Il territorio della Tanzania confina a nord con Kenya e Uganda, a ovest con Ruanda, Burundi e Repubblica Democratica del Congo, e a sud con Zambia, Malawi e Mozambico. A est è bagnata dall’Oceano Indiano.

Nella zona nord orientale della Tanzania si trova la vetta più alta dell’Africa, il Kilimangiaro, mentre in quella nord occidentale vi è la regione dei Grandi Laghi, che comprende il lago di maggiori dimensioni dell’Africa, il Lago Vittoria e quello più profondo, il lago Tanganica. La zona della Rift Valley si trova vicino al confine con il Kenya.

Parchi naturali importanti sono nella zona settentrionale della Tanzania il Ngorongoro e il Parco nazionale del Serengeti, mentre nella parte meridionale vi sono la riserva di caccia del Selous e il Parco nazionale di Mikumi. Infine, è da ricordare il Parco nazionale di Gombe nella zona occidentale del paese.

Capitale della Tanzania

Dar es Salaam ex capitale Tanzania

Capitale della Tanzania dal 1973, Dodoma ha un’estensione di 2.576 km² e una popolazione di 410.956 abitanti. Dodoma ha sostituito la precedente capitale Dar es Salaam, che tuttavia resta la sede dei principali organi governativi.

La città di Dodoma fu fondata nel periodo della dominazione coloniale tedesca e, con la fine della Prima guerra mondiale, assunse il ruolo di centro amministrativo della Tanzania passata sotto il controllo britannico. Ottenuta l’indipendenza (1961), la Tanzania decise di sostituire la capitale del paese Dar es Salaam, che aveva rivestito questo ruolo per tutto il periodo della dominazione inglese, con una nuova città. Fu scelta così Dodoma.

Economia della Tanzania

Economia agricoltura Tanzania

L’agricoltura costituisce il settore trainante dell’economia della Tanzania. Anche le esportazioni e il settore industriale dipendono dall’attività agricola e dai prodotti che da essa derivano. Le statistiche rivelano un quadro di forte difficoltà economica del paese.

Per tali motivi il Fondo Monetario Internazionale ha stanziato fondi per risollevare l’economia della Tanzania. A questo si sono associati interventi interni al paese, riforme e investimenti che hanno incrementato la produzione industriale. Si è registrato, infatti, un incremento di esportazioni di minerali come l’oro e il cobalto. A tutto ciò vanno aggiunti gli introiti derivati dal settore turistico.

Tuttavia, le risorse naturali e l’attività turistica non bastano a risollevare la difficile condizione economica in cui versa il paese.

Attualmente, infatti, la Tanzania non può permettersi di investire sul territorio per migliorarne l’economia, poiché deve affrontare il pagamento di un grande debito pubblico.

Popolazione della Tanzania

Popolazione etnie Tanzania

Con 44.928.923 abitanti, la popolazione della Tanzania vive per la maggior parte nelle aree rurali ed è costituita da più di 120 etnie diverse (i Swahil, i Nyamwezi, gli Hehe-Bena, i Gogo, gli Haya, i Makonde, i Chagga e i Nyakyusa, Shambaa, Ngoni, Sukuma, Maasai). Vi sono anche Arabi, Indiani, Pakistani e una minoranza di europei e cinesi.

Le lingue ufficiali solo la lingua swahili e quella inglese. La popolazione è suddivisa in modo omogeneo in persone di religione musulmana, cristiana o aderenti alle religioni tradizionali.

Circa il 7% della popolazione della Tanzania è colpita dall’epidemia dell’AIDS e in percentuale maggiore da malaria. Vi è anche un’alta incidenza ereditaria nella trasmissione dell’albinismo. La malaria e l’alto tasso di mortalità tra i bambini sono causate dalla mancanza di acqua potabile e di servizi igienici per quasi la metà della popolazione.

Storia della Tanzania

Isola di Zanzibar

Abitata in origine, circa 10.000 anni, da una popolazione nativa dedita alla caccia, la Tanzania fu interessata poi dall’immigrazione di popoli di lingua cuscitica, giunti 5.000 anni fa, che introdussero l’agricoltura e l’allevamento.

Colonizzata poi dai bantu, fu sede degli insediamenti commerciali persiani e arabi. Gli arabi importarono la loro cultura, alfabeto, letteratura e tradizioni in Tanzania.

Nel periodo delle esplorazioni europee i portoghesi tentarono di colonizzare la Tanzania, nel XVI secolo, ma furono cacciati dagli arabi. Nel XIX secolo giunsero in Tanzania nuovi esploratori europei cui seguirono anche i missionari. Grandi colonizzatori furono i tedeschi che contribuirono allo sviluppo del territorio, pur soffocando le tradizioni locali.

Dopo la Prima guerra mondiale il controllo della Tanzania passò agli inglesi, fino al 1961 quando il paese ottenne l’indipendenza, divenendo l’anno successivo una repubblica. A partire dagli anni novanta il paese fu interessato dalla nascita del multipartitismo, garanzia di democrazia, nonostante fasi di tensione si siano verificate ancora nel XXI secolo (nel 2001 vi siano stati scontri fra la polizia e movimenti indipendentisti di Zanzibar e contestazioni nelle elezioni del 2010).

Tanzania: turismo

Safari Tanzania

Stato dell’Africa orientale, La Tanzania è rinomata per le sue aree selvagge, con vaste praterie che ospitano ogni anno turisti per i safari (Parco Nazionale del Serengeti), durante i quali si possono ammirare i Big Five (elefante, leone, leopardo, bufalo e rinoceronte).

Il Parco Nazionale del Kilimangiaro, dove sorge la montagna più alta dell’Africa, è anch’esso importante meta turistica. Altri luoghi di straordinaria bellezza sono poi isole tropicali di Zanzibar e il parco marino di Mafia, dove sono presenti gli squali balena e le splendide barriere coralline.

Tanzania città: Dar es Salaam

Dar es Salaam Tanzania

Capitale della Tanzania, Dar es Salaam è stata poi sostituita da Dodoma ufficialmente nel 1996. Tuttavia in questa città, la più grande della Tanzania, sono ancora presenti tutti i principali organi amministrativi del governo.

Dar es Salaam, il cui nome significa “casa della pace”, costituisce il centro economico della Tanzania. Affacciata sull’oceano Indiano, la città di Dar es Salaam ospita il porto più importante della Tanzania con grandi mercantili e navi da crociera che, tuttavia, convivono con antiche canoe dei pescatori.

Infatti, nonostante sia il paese più economicamente evoluto della Tanzania, Dar es Salaam conserva nel suo aspetto le peculiarità di un paese coloniale, con palme lungo la costa, case molto semplici e vie affollate, che si alternano agli alti grattacieli e grandi vialoni presenti solo in alcune zone della città.

Celebre in tutto il mondo per i piatti tipici della sua cucina, Napoli è rinomata anche per la pizza napoletana.

Per la presenza di opere architettoniche appartenenti a fasi storiche e culture differenti, che entrarono in vario modo a contatto con questa città, l’UNESCO ha riconosciuto nel 1995 il centro storico di Napoli patrimonio dell’umanità. Il Duomo di San Gennaro ricco di affreschi, Palazzo Reale e il Maschio Angioino, sono tra i più visitati da milioni di turisti ogni anno.

Cultura della Tanzania

Cultura masai Tanzania

Danze e rituali costituiscono il cuore della cultura della Tanzania. Ogni etnia presente in questa terra ha le sue tradizioni in ambito musicale. Nelle aree costiere la cultura swahili presenta una tradizione musicale d’influenza araba e indiana, che si esprime nel taarab, nel passato era la musica di corte dei sultanati omaniti ed è entrata oggi nella tradizione popolare e suonata in occasioni particolari, come matrimoni.

Il muziki wa dansi è, invece, una rielaborazione della rumba africana (soukous). Nel XX secolo è, infatti, nato questo genere musicale che dallo Zaire si è diffuso in tutta l’Africa centrale e orientale.

Le diverse culture locali hanno dato via anche a delle opere d’arte figurativa come le celebri statuette in legno makonde, cui sono associate finalità rituali. Tuttavia anche nelle arti figurative vi è una distinzione tra culture locali. L’arte swahili, ad esempio, risente dell’influenza araba (predominano temi geometrici astratti e l’uso di iscrizioni come motivi decorativi). L’etnia makonde è, invece, maggiormente influenzata dalla cultura bantu nella realizzazione di oggetti d’arte in legno intagliato.

Un popolo, quello della Tanzania, la cui cultura esprime la grande varietà di tradizioni locali presenti sul territorio.

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Fonti