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  • Delhi, India – Shenzhen, Cina

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L’arrivo in Cina è stato cosí terribilmente semplice che non mi sembra quasi vero anche se devo ammettere che é tutto merito di Tobia e delle sue istruzioni dettagliatissime.

Atterro, infatti, ad Hong Kong per via del mio biglietto One World (é un po’ complicato da spiegare e non é molto interessante, se vuoi davvero saperlo clicca qui per andar al post in cui spiego come sopravvivere all’acquisto del biglietto intorno al mondo) ma entrare a Shenzhen da qui é davvero semplice e senza mai uscire dall’aeroporto.
Esiste, infatti, un traghetto che dall’aeroporto di Hong Kong porta i viaggiatori direttamente a Shenzen dove é possibile fare direttamente sul posto il visto per cinque giorni. Il piano iniziale era quello di fermarmi in Cina una settimana ma quando ho scoperto che per soli 3 giorni in piú sarei andata a pagare piú del doppio, ho optato per fermarmi un paio di giorni ad Hong Kong invece.

Questo visto di cinque giorni parte dal giorno successivo all’ingresso in Cina e quindi praticamente é come se i giorni fossero sei.

All’uscita dall’aeroporto ecco Tobia il mio angelo custode che si prenderà cura di me durante il mio soggiorno, nonostante in qualche modo lo avesse fatto anche per tutto l’anno e mezzo precedente in cui mi ha dato un tetto sopra la testa a Milano. Lui é stato il mio docente di tesi durante la laurea triennale al Politecnico di Milano e nonostante tutti questi anni non ci siamo mai persi di vista, solo abbiamo abbandonato la formalità che giustamente esisteva tra alunna e professore.

Ormai sono diversi anni che é a Shenzhen dove ha un importante studio di architettura e disegno industriale, la TR&Partners: entrare  nel suo ufficio ti catapulta direttamente nella realtà tecnologica e avanzata dell’Oriente, decisamente avveniristica rispetto a quando si vede a Milano.

La casa sua e di Luisa, sua compagna, é fantastica in un palazzo altissimo di fronte alla prigione (dove ogni mattina alle 8:00 i prigionieri iniziano una mezz’oretta di canti, o per lo meno, non sappiamo bene cosa facciano e abbiamo deciso che intonano qualcosa) con una vista sul parco che la pazzesca doccia in vetro permette di dominare. In questa casa poi c’é lui che regna sovrano: Mao Zedong!

Il tempo di una doccia e Tobia mi porta a mangiare Italiano da Baia a Sheku e tra un ottimo bicchiere di Chianti, del prosciutto crudo e degli gnocchi al formaggio é come se mi sentissi completamente a casa.

Di primo impatto la Cina, per lo meno con Shenzhen, non é cosí male: sarà che arrivo dall’India e dal Nepal e quindi mi basta non trovare cartacce per terra per esser felice ma la quantità di parchi e giardini, l’ordine e la pulizia, gli edifici moderni mescolati a quelli tradizionali rendono questo posto molto piú vicino alla realtà che conosco e mi permettono di rilassarmi e abbassare un po’ la guardia.

Mi sento uno straccio e una volta a casa crollo a letto, questa sera c’é una festa e ho bisogno di energie!

La Cina può esser impegnativa per differenze culturali e linguistiche ma ho come la sensazione che Shenzen sia una bolla molto occidentalizzata dove ambientarsi non sia poi così difficile. Cosa ne pensi? Hai avuto anche tu questa sensazione?