Cos’è la teoria del “perché no”? È quella che ti fa vedere le cose da un’altra prospettiva. Proviamo?

Troppe volte per ogni cosa che facciamo, ogni decisione che prendiamo ci viene chiesto “perché?” come se ci dovesse esser una ragione per ogni cosa. Siamo istinto e razionalità, siamo impulsività e riflessione, siamo mutevoli e costanti e semplicemente non possiamo avere risposte a tutto. Forse per questo mi piace di più un “perché no?”.

Perché non provarci? Perché non fidarsi? Perché non lanciarsi? È vero che i più restii riusciranno a trovare comunque una ragione per non farlo, ma chi come me ama quel brivido, quella paura dell’ignoto, quella sensazione di stomaco chiuso, lasceranno correre la mente e forse, forse per una volta sarà diverso. Perché se diversa è la domanda, allora diversa dovrebbe essere la risposta. Dipende da noi.

Che poi siamo bravissimi a raccontare e raccontarci scuse per non far qualcosa, per non correre il rischio dalle cose più piccole a quelle più importanti: perché non vieni al cinema? Perché hai comprato un’auto rossa? Perché lavori ancora in quel posto che non ti rende felice? Perché stai con lei se non la ami?

Passiamo le nostre giornate aspettando un domani migliore, come se potessimo essere sicuri che un domani ci sarà. Ci facciamo scorrere le settimane tra le dita trascinandoci da un tram all’altro, da un aperitivo all’altro, da un nuovo paio di scarpe all’altro. Siamo davvero sicuri di volercela giocare così? Io non lo ero e mi sono creata un’alternativa.

“Perché no?” è quella domanda che ti fa valutare solo i rischi davvero importanti e se non ce ne sono, beh, ci tocca provarci e un mondo nuovo di cose mai fatte, mai provate, mai viste ci si aprirà davanti.

“Partire. Perché no?” ed è proprio così che per me è iniziato tutto. Non avevo delle valide motivazioni per non farlo. La paura? Quella non vale. Così ho iniziato a immaginare, progettare, programmare, organizzare e oggi sono qui al banco del bar di una Onsen in Giappone dopo tre ore spese a bollire nell’acqua termale.

È un gioco, è facile, datti una possibilità e poi fammi sapere com’è andata! Mal che vada ci troveremo tutti insieme a pulire i pavimenti di qualche ristorante, ma volete mettere le storie che avremo da raccontarci?

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