Le teorie a riguardo del poter raccogliere o meno un echinoderma asteroideo (ovvero essere vivente privo di scheletro interno) si dividono tra favorevoli e contrari. Senza dilungarci troppo tra le numerose opinioni sulle stelle marine, sicuramente da tener presente e da ritenere più “scientificamente” veritiere sono quelle qui di seguito.

Stelle marine: caratteristiche

Esistono circa 1500 tipologie diverse di stelle marine sparse in tutti gli oceani del mondo, dalle acque caraibiche a quelle popolari fino a una profondità di 6000m sotto la superficie dell’acqua.

Sono invertebrate e costituite da un corpo centrale dove è collocata la bocca e da cinque (talvolta di più anche dieci o quindici) braccia con superficie liscia, granulare o spinosa. Possono essere rosse, verdi, blu, marroni, arancioni o gialle: insomma, possono esser davvero di tutti i colori.

La stella marina dell’Antartico è quella con più braccia: ben più di cinquanta!

Le stelle marine sono animali capaci di auto-rigenerarsi braccia mutilate e a volte anche l’intero corpo, grazie al fatto che gli organi vitali sono tutti disposti lungo le braccia. L’importante è che possano mantenere intatta la parte centrale del corpo. Questa caratteristica gli permette di rigenerarsi nel caso in cui vengano danneggiate, ma anche come mezzo di difesa in caso di attacco.

Il mito dietro le stelle marine

Con la loro accattivante forma simmetrica, le stelle marine hanno avuto un ruolo nella letteratura, nella leggenda, nel design e nella cultura popolare. A volte sono raccolti come oggetti curiosi, usati nel design o come loghi, e in alcune culture, nonostante la possibile tossicità, vengono mangiati.

Si possono toccare le stelle marine?

Tirandole fuori dall’acqua o comunque prendendole in mano, le stelle marine inglobano aria dalla bocca, senza potersene poi liberare, rischiando in questo modo di morire. Questo succede perché a contatto con le nostre mani, viene tolto il muco che ricopre il loro corpo, necessario per proteggere la loro delicata pelle. A contatto poi con l’aria, si può bloccare il loro naturale sistema idraulico, con la possibilità di causare un danno pressoché irreparabile.

Cosa fare quindi? Fermo restando che il comportamento migliore sarebbe di lasciarle dove si trovano, se proprio si vuole entrare a “stretto contatto” con una stella marina, lo si può fare con l’utilizzo di un sacchetto di plastica da riempire sott’acqua, così da evitare la formazione di bolle d’aria, deleterie per la loro sopravvivenza e poi ricollocarla con attenzione sul fondale senza bolle d’aria.

Le stelle marine sono bellissime e terribilmente affascinanti, se proprio le si vuole accarezzare lo si faccia con la dovuta attenzione e delicatezza, un po’ come con qualsiasi essere vivente.