kimono Giappone storia

Il kimono è l’abito giapponese per eccellenza da donna, ma utilizzato anche dall’uomo: racchiude in sé un intero linguaggio di gesti ed azione, specialmente nella donna, e diventa arte seduttiva. La sua storia ha dello straordinario: varia a seconda dello sviluppo dei tessuti giapponesi, nonché delle tecniche della loro tessitura e delle tradizioni del vestiario della Cina antica.

Oggi anche i brand di moda propongono nelle loro collezioni kimono (Zara e H&M per citarne un paio) sia come abbigliamento da notte che come pezzi da abbinare ad un pantalone o da indossare soli.

Abbigliamento giapponese: cos’è il kimono

Per fare un po’ la nerd, come sempre, ti propongo subito una chicca linguistica: sapevi che la parola “kimono” significa “cosa con cui vestirsi” in giapponese antico (quindi cinese)? Eh si, “ki” da “kiru” vuol dire “vestire“, mentre “mono” significa “cosa“. Figo, vero?

Detto ciò, scopriamo insieme di cosa si tratta e qual è la sua storia!

Il kimono è una sorta di vestaglia a forma di T che ricopre il corpo dal collo alle caviglie e con maniche lunghe. Le maniche sono così lunghe da raggiungere anche 50 cm di ampiezza! L’intera veste  fascia tutta la persona, con la parte sinistra che si poggia sulla destra ed è fissata con una grande cintura, chiamata obi, che si lega dietro la schiena.

Solitamente veniva realizzato in seta filata a mano, di cui grandi rettangoli vengono assemblati insieme. Si poteva trovare anche in broccato o rinzu (satinato giapponese). Lo scopo? Nascondere le forme del corpo! Oggi si preferiscono, invece, materiali più economici, come il cotone, il rayon e fibre artificiali.

Kimono: storia

kimono donna primavera storia

Questo abito è stato da sempre influenzato dal vestiario cinese e solo nel VIII secolo in Giappone prese piede la moda dell’indossare il kimono. Inizialmente veniva indossato sotto le sembianze di un semplice grembiule chiamato mo. Poi, col passare delle dinastie, le modalità di tessitura, realizzazione e colorazione cambiano.

Guardando tutta la storia giapponese, c’è da puntare i riflettori sul periodo Heian. Questo è senza dubbio il periodo florido per il risveglio delle arti e dell’estetica. Il colore inizia ad essere più importante degli abbellimenti e qualcosa come 200 leggi regolavano le combinazioni tra colori.

C’è da dire che i giapponesi sentono da sempre una connessione profonda con Madre Natura e, per questo, gli accostamenti venivano attentamente studiati per rispettare ogni stagione. Ad esempio, in inverno il kimono era di norma rosso sotto e bianco sopra. In primavera si giocava con il lilla fuori ed il blu sotto. Il primo vestito che viene indossato è il kosode, mentre quello più esterno è il  karaginu, chiamato poi uchikake.

Perché questa storia del sopra e sotto? Sembra proprio che nell’antico Giappone più abiti indossava una donna più era alto il suo rango. Un esempio chiarissimo è il jūnihito-e, il kimono della dama di corte che contava ben 12 abiti! Si poteva, comunque, arrivare ad indossarne anche 20.

Kimono donna: parti

Ogni singola parte del kimono ha nome specifico e quello della donna è composto da:

  • Doura: la fodera esterna.
  • Eri: il colletto.
  • Fuki: l’orlo principale.
  • Furi: la parte della manica sotto al foro del braccio.
  • Maemigoro: il pannello anteriore principale.
  • Miyatsukuchi: l’apertura sotto la manica.
  • Okumi: la parte interna del pannello anteriore principale.
  • Sode: la manica.
  • Sodeguchi: l’apertura della manica.
  • Sodetsuke: il foro del braccio.
  • Susomawashi: la fodera interna.
  • Tamoto: drappeggio della manica.
  • Tomoeri: il sopra il colletto.
  • Uraeri: il colletto interno.
  • Ushiromigoro: la sezione principale posteriore.
  • Obi: la cintura del kimono

Anche l’uomo, però, indossava il kimono!

Kimono: uomo

kimono uomo storia

Anche l’uomo vestiva e veste il kimono, ma in maniera molto più semplice. A lui toccava andare in giro solo con 5 abiti!

I colori sono molto più sobri come il nero, il blu, il verde bottiglia, raramente il marrone per le versioni formali. Sono anche meno vistosi, opachi e privi di decorazioni ridondanti. Per un’uscita informale, invece, si può trovare anche il viola ed il verde acceso ed in alcuni casi di lottatori di sumo anche il fucsia!

La versione maschile formale si compone di 5 kamon, quella informale di 3.

Kimono giapponese: curiosità

  • Tradizionalmente parlando, le donne nubili indossano un kimono con maniche estremamente lunghe che toccano quasi terra e si chiama furisode.

  • Il kimono può essere anche acquistato nei mercatini delle pulci giapponesi.

  • Di norma, i kimono fatto a mano da un esperto può costare molto, perché pregiato, ma si trovano, ormai, anche versioni economiche.

  • I kimono da uomo si trovano di varie taglie, mentre da donna sono taglia unica. Devono essere adattati alla forma del corpo femminile, giocando con i drappi del tessuto.

  • I kimono autentici si realizzando come la tradizione comanda: si estraggono da un singolo rotolo di stoffa chiamato tan, largo circa 35 cm e lungo circa 11,5 m.

  • Originariamente i kimono venivano cuciti e decorati a mano. I motivi degli ornamenti potevano essere uguali o alternati e si realizzano con pasta di riso, pittura a mano o con lo shibori, una tecnica che consiste nell’immergere la stoffa in una vasca di tintura e manipolarlo, per creare una fantasia unica.

  • Con il kimono ai piedi si indossano quelle scarpette che abbiamo visto tutti su Kiss Me Licia: gli zori, simili alle nostre infradito e i geta, infradito col tacchetto con i tabi, i famosi calzettini bianchi!

In viaggio in Giappone è possibile noleggiare o acquistare questo meraviglioso indumento femminile da abbinare ovviamente a dei sandali indossati rigorosamente con i calzini. Voi lo avete fatto? Com’è andata?