Tutti sanno che l’elefante è un animale enorme con le orecchie grandi, le zanne e la proboscide. Ma molti non sanno distinguere le due specie principali: elefante asiatico ed elefante africano. Eppure è molto più facile che distinguere un cavallo da un asino perché le differenze sono moltissime.
Innanzitutto l’elefante africano è quello più grande: può arrivare a pesare 6.500 kg (più di tre grossi fuoristrada messi insieme) ed essere lungo oltre i sei metri (come un palazzo di due piani) e alto tre metri.
Ha poi la testa dolcemente incurvata mentre l’elefante indiano ha due gibbosità. Quest’ultimo ha anche le orecchie sensibilmente più piccole (se così si può dire, perché restano comunque enormi).
Perfino il numero di dita è diverso: quello africano ne ha tre sulle zampe di dietro e quattro o cinque davanti, mentre invece quello asiatico ne ha quattro dietro e cinque davanti.
Anche la famosa proboscide è differente presentando una “punta” nell’elefante asiatico, due punte in quello africano.
L’elefante africano, infine, ha la schiena incurvata verso il basso e la pelle più rugosa e rilassata, al contrario del suo cugino più piccolo.
Il nostro intero corpo contiene poco più di 600 muscoli mentre la proboscide dell’elefante ha circa 40.000 muscoli e può arrivare a pensare più di 90 kg (come un uomo adulto… anche bello paffutello). Tuttavia riescono a gestire con tale precisione questo organo da essere capaci di raccogliere anche un singolo filo d’erba.
Anche loro possono essere destrimani o mancini come noi, perché ogni singolo elefante ha un lato favorito per utilizzare la proboscide quando tira su o raccoglie qualcosa.
Il naso allungato è sicuramente la caratteristica più peculiare di questi splendidi animali e serve loro non solo per annusare, strombettare, bere, raccogliere oggetti e mangiare. Gli serve anche per respirare come “snorkler” quando sono in acque profonde. Ciò gli permette di coprire grosse distanze anche a nuoto.
L’elefante ha il cervello più grande dell’intero regno animale. La sua materia grigia è circa quattro volte quella di un essere umano. Tuttavia, il loro enorme cuore batte molto più lentamente, a circa 27 battiti al minuto (quello dell’uomo ne fa mediamente 80, quello di un canarino fino a 1000). Questo perché di solito più grande è l’animale più il suo cuore batte lentamente.
Le ciglia degli elefanti possono raggiungere lunghezze superiori ai 12 cm, senza bisogno di ricorrere al mascara!
È facile capire che vista la loro mole gli elefanti hanno bisogno di mangiare moltissimo. Lo fanno mediamente per due terzi della giornata (16 ore) e possono ingurgitare fino a 250 kg di erba, foglie, rami, corteccia ed altri vegetali. La loro digestione però è molto pigra e ha un rendimento di circa 50%.
La conseguente produzione di feci in abbondanza è però un vero toccasana per l’ambiente in cui vivono, non solo per l’elevata produzione di concime, ma soprattutto perché, essendo gli elefanti nomadi e quindi sempre in movimento, ciò permette di spargere i semi di ciò che hanno mangiato, aiutando l’ecosistema nella riproduzione dei vegetali.
Gli elefanti non possono saltare. Anche quando corrono alla loro massima velocità di circa 40 km/h hanno sempre almeno un piede che tocca per terra.
Elefanti africani e “società matriarcali“
La cosa che più stupisce di questi animali è il loro comportamento sociale, in particolare per quanto riguarda gli esemplari femmine, visto che gli elefanti vivono in società cosiddette “matriarcali“. Le elefantesse più anziane, infatti, fanno a turno per prendersi cura dei tenerissimi cuccioli e proteggerli durante gli spostamenti.
Il detto “memoria da elefante” ha un fondamento scientifico. Le ricerche hanno provato non solo che questi animali sono intelligentissimi ma che hanno una memoria che dura tutta la vita, tant’è che le matriarche nel guidare le mandrie, ricordano dove si trovavano le pozze d’acqua che hanno visitato decine di anni prima.
Elefanti africani: l’importante contributo dell’uomo
Un animale così grande e potente resta comunque molto vulnerabile, e, non ci crederete, ma ha un forte bisogno dell’uomo. Quello che possiamo fare è semplice:
- non comprare avorio né nessun altro prodotto da esso derivato;
- visitare gli Stati dove vive questo splendido animale attraverso operatori turistici che supportano i progetti destinati alla conservazione degli stessi;
- supportare le organizzazioni che proteggono gli elefanti e il loro habitat e soprattutto non supportare quelle che abusano o sfruttano questi giganti buoni;
Infine se amate davvero gli animali potete sempre aiutarli anche da casa, cercando di vivere il più possibile in maniera ecosostenibile, in modo da non danneggiare il nostro ambiente e di conseguenza il loro.
Lo sapevi che gli elefanti africani hanno una “memoria di ferro“? Se ti è piaciuta questo racconto, ne puoi leggere altri sul mio blog Tototravel.it.
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