Partirà proprio in Messico, presumibilmente entro la fine del 2017, la costruzione di uno dei più grandi impianti al mondo (il primo in America Latina) che trasformerà i rifiuti in energia “ecologica”. La maestosa centrale tratterà circa 1,6 milioni di tonnellate di rifiuti domestici all’anno (pari a due volte il più grande impianto simile esistente in Francia) e produrrà 965 GWh di energia elettrica all’anno.

L’energia prodotta servirà in primo luogo per alimentare la metropolitana di Città del Messico. Per dare un’idea della dimensione e della quantità di rifiuti “trasformati”, basti pensare che ogni giorno gli abitanti della città generano circa 13.000 tonnellate di rifiuti. Se non fossero trattati, questi rifiuti coprirebbero la piazza centrale della città, Plancha Zocalo, ad una profondità di almeno un metro. Attualmente, i due terzi di questi rifiuti vengono trasferiti in discarica.

Restando nell’ambito delle energie rinnovabili, la fotografia attuale dell’utilizzo in Messico vede un trend di continua crescita e sviluppo. Tra le principali fonti naturali sicuramente l’acqua gioca un ruolo di primaria importanza: il suo “immagazzinamento” si traduce in energia idroelettrica.

Seconda, in termini di energia sviluppata, è la fonte geotermica che sfrutta il calore terrestre. In forte espansione sono le fonti più strettamente “rinnovabili” come l’eolico e il solare: turbine eoliche e pannelli solari si stanno sempre più diffondendo in ogni angolo del Messico.

Non mancano, infine, alcune idee tecnologiche sviluppate proprio qui che potrebbero (chissà mai) portare nuovi benefici in termini di utilizzo di risorse rinnovabili. Tra gli esempi più rappresentativi possiamo citare la produzione, a partire dalle foglie spinose dei cactus, di biogas utilizzato poi come combustibile ecologico per autovetture, al posto della tradizionale benzina.

Un’altra singolare invenzione messicana è la bicicletta costruita in bambù, che ha la capacità di trasformare l’energia prodotta dalla pedalata in elettricità (grazie a un convertitore posizionato sui raggi), da poter utilizzare per ricaricare dispositivi elettronici come gli smartphone.

Riuscirà il Messico a contribuire alla diffusione dell’idea che dai rifiuti si può ottenere una gran quantità di energia? E le tante idee tecno-ecologiche sviluppate saranno replicate su grande scala? Commenta e scrivi la tua opinione qui di seguito!