Avresti mai immaginato che in Tanzania si parlasse una delle 12 lingue più importanti del mondo? È parlata da più di 70 milioni di persone e da più di 15 secoli. Il 27% dei suoi vocaboli deriva dall’arabo. Di che lingua sto parlando? Dello Swahili.
Lo Swahili, o kiswahili, è parlata su tutta la costa orientale dell’Africa. È la lingua madre dell’isola di Zanzibar ed è lingua ufficiale di Tanzania, Kenya e Uganda. Viene, poi, parlata dalla Somalia al Mozambico, fino perfino al Congo. Se sei un amante della geografia, ti sarà ben chiara la sua estensione linguistica: iper vastissima!
Vorrei spendere altre due paroline, per farti capire la preziosità di questa lingua, poi si passa alle frasi per la sopravvivenza in campo!
In passato lo Swahili era la lingua Bantu più diffusa in tutta l’Africa, ossia faceva parte del gruppo linguistico africano più parlato. Si trattava di una sorta di lingua franca dell’Africa orientale e da questa sono derivati 6 dialetti differenti. Nel tempo si è aperto ed ha ricalcato e preso in prestito molte terminologie arabe.
Tuttavia, la parola “swahili” deriva effettivamente dall’aggettivo arabo sawahili che vuol dire”costiero”. Si è così ampiamente diffuso, perché veniva utilizzato come lingua per il commercio marittimo lungo la costa est africana. Fenomenale, vero?
La pronuncia è semplice: si legge come è scritto ed è molto simile all’italiano ad eccezione di alcune sillabe che sottolineerò.
Ora scopriamo 10 frasi indispensabili in Swahili!
1. Karibu!
“Benvenuto/A”. Parolina essenziale che, però, racchiude tutto il mondo della cordialità. Potranno salutarti o potrai salutare con questa parola e, secondo me, farai un figurone! Ci metto la mano sul fuoco che i tanzaniani lo apprezzeranno tantissimo.
2. Asante!
Una volta che riconosci questa espressione, cosa rispondi? “Grazie“! Se vuoi buttarti e osare di più, usa il rafforzativo “asante sana“, ossia “grazie mille”. Non so te, ma io mi sono commossa più o meno come la Barbie qui sopra, quando, all’estero mi hanno detto “benvenuta” in italiano!
3. Nikupige picha?
Preparati, perché vedrai realtà che, forse, hai visto solo nei documentari. La natura, l’orizzonte, gli alberi, gli animali e le persone sono diversi. Sono speciali. Ho sentito racconti di persone a cui l’Africa ha cambiato la vita. Per questo motivo vorrai scattare tante foto. E se incontri sul tuo cammino una tribù tutta vestita in abiti tradizionali? Basta che chiedi “Nikupige picha?”, con la “ge” pronunciata “ghe” ed il “ch” come io nostro “ci-ao”, ossia “posso scattarti una foto?”.
4. Nimepotea!
Ci risiamo. È inevitabile. Il mondo è così bello che una volta ti perdi di qua e una volta di là. Ha fotografato un’intera tribù Masai e hai perso la cognizione del tempo e dello spazio. Sei nel bel mezzo della savana circondata dal nulla e da qualche leone che si intravede a qualche km di distanza. Ecco che, per tua fortuna, dopo qualche ora passa una jeep della Guardia Forestale tanzaniana che ti guarda impietosita urlare: “Mi sono persa!”.
5. Sisi tupa wapi?
Nonostante tu ti sia perso/a, ti senti così figo/a da chiedere: “dove siamo?”. (“Wapi” pronunciato “uapi”.) Ti sarai pure smarrito/a nella savana africana, circondato/a dalle creature più feroci di quella terra, ma hai sempre e comunque studiato un po’ di Swahili e vuoi fare pratica! Le guardie ti caricano sopra alla jeep, sorridono e ti rispondono in inglese: “don’t worry Mister/Miss, you’re safe!”.
Le classifiche ci piacciono sempre un sacco e ci aiutano a destreggiarci tra milioni di informazioni per scegliere meglio cosa fare, cosa mangiare e dove andare. Signore e signori qui le nostre classifiche, sentitevi liberi di aggiungere nei commenti tutto ciò che non abbiamo nominato ma secondo voi degno di nota.
L’imtroduzione non è corretta. Fra l’altro “swahili” si pronuncia “suahili”, quindi si dice “il swahili”.
Non si dice “Nikupige picha”. “Nikupige” si significa “Che io ti picchi”.
“Ti (posso) fotografare” si dice “nikupigie picha”.
Ho dimenticato:
“Dove siamo?” si chiede con “Tuko wapi?”