Ho partecipato alle selezioni di Donnavventura e non sono rientrata nemmeno nelle 100 finaliste. Perché lo sto raccontando? Perché troppo spesso ci facciamo problemi quando non veniamo scelti pensando di esser noi a esser “sbagliati“, seriously? Che poi, aperta parentesi, la stessa idea di “giusto” e “sbagliato” mi manda abbastanza in confusione: cosa lo é? Ma poi chi lo decide?
Ho fatto un anno da sola in giro per il mondo guidando dal tuk-tuk alla bicicletta, dal motorino al van. Ho trascorso giornate intere sui pulmini locali nei luoghi più remoti per spostarmi e se non basta ho preso barchette di legno coperte da un telo di plastica con almeno un centinaio di persone così stretti che non ci sarebbe stata nemmeno una bimba in più se non in braccio alla madre. Ho dormito sul pavimento di una capanna in Africa, su una brandina nella foresta in Sri Lanka, su un’amaca in Cambogia e in una casa sull’albero con sotto gli ippopotami a spasso. Ho scalato montagne, nuotato con uno squalo balena, esplorato grotte con vermi fluorescenti legata a una cima, volato sulle onde in catamarano. Tutto questo da sola.
Credete davvero che io possa aver dubbi sul mio essere una “donna avventura”? No dai, non scherziamo. Semplicemente non rientravo nei criteri delle ragazze che cercano alle selezioni di Donnavventura ma, di nuovo, non c’é né giusto né sbagliato in me, solo non ero io.
Ora che io non sia carina, fotogenica, spigliata, giovane o con capacità narrative come desiderano loro non mi rende meno hard-core, ovvio che un po’ mi dispiace ma evidentemente non era il mio. Oh, poi non dite che non dovrei viaggiare sempre sola, io ci ho provato a crearmi uno scenario diverso ma nulla.
Sarebbe potuto essere un capitolo interessante per una volta mettermi in gioco con un gruppo, condividere con qualcun altro l’avventura, avere punti di vista diversi della stessa esperienza ma temo anche di aver sviluppato talmente tanto la mia anima di viaggiatrice solitaria che sarebbe stato molto difficile.
Oddio, poi a esser sincera fino in fondo ben poco mi vedo a spalmarmi creme solari in bikini spiegando a una telecamera come questa mi protegga dai raggi ultravioletti ma, come ogni cosa, c’é una parte che ci piace di più e una meno in ogni cosa e forse avrei potuto imparare anche questo, chi lo sa.
Faccio un grosso in bocca al lupo alle ragazze che sono state scelte alle selezioni di Donnavventura e auguro loro l’esperienza indimenticabile che sognano: il viaggio é sempre bello a prescindere da tutto e ora hanno il meraviglioso compito di farci sognare con i loro racconti.
A quelle che, invece, come me, non hanno passato le selezioni di Donnavventura voglio dire di non farsene una malattia: la vita è piena di prove, di selezioni, di casting e gli unici che dovremmo preoccuparci di non superare sono quelli che ci teniamo noi stesse quotidianamente. Amiamoci e conquistiamo il mondo!
E comunque secondo me non sono stata scelta perché si sono accorti che vestita di beige sembro una morta, è proprio un colore che mi sbatte come un uovo per lo zabaione. Ovviamente senza tuorlo.
Per ogni pensieri ne nascono altri cento, altri mille. Qui ho raccolto i miei ma se ti va di condividere i tuoi puoi farlo qui sotto. Ti chiedo solo la cortesia di essere sempre e comunque gentile, qualsiasi sia il messaggio che vuoi lasciare.
Scrivi un commento