La mia esperienza cilena é iniziata di corsa, con un volo troppo presto e da allora sto cercando di mettermi in linea. Fatto sta che arrivata a Punta Arenas parto quasi immediatamente per Puerto Natales, prenoto un Airbnb al volo prima di salire in autobus e via.
Dalla stazione a casa sono meno di due km ma la discesa per la strada verso il mare con il sole già tramontato e il vento che soffia forte rende questo benvenuto particolarmente freddo e pungente.
Busso alla porta e mi apre Nancy che mi accoglie con un caldo caffè accanto al caminetto acceso. Le racconto il mio viaggio, la mia sfida e ne é entusiasta, vuole parteciparvi e la sua gentilezza sta già facendo breccia nel mio cuore rendendola parte della storia e non una semplice fermata.
Mi riempie di informazioni e consigli su cosa fare, cosa vedere e come risparmiare qualche soldino arrivando perfino ad offrirmi il biglietto dell’autobus per andare la mattina dopo a camminare sulle Torri del Paine.
“Voglio aiutarti anch’io” dice.
Sì é fatta ora di cena, Luca, un ragazzo con cui ho attaccato bottone dopo aver notato la sua felpa con la scritta “Dolomiti” mi sta aspettando al ristorante. Ma non resisto ed estendo l’invito a Nancy e Alvaro, il suo compagno, che accettano con entusiasmo e solo con 40minuti di ritardo raggiungiamo il poveretto che, temendo di non vedermi più arrivare, aveva iniziato a ordinare.
Il ristorante si chiama la Picada de Carlito, ce l’ha consigliato Nancy. È molto grande, sembra un po’ un fast food americano ma con tanti piccoli dettagli locali in legno da ricordarci che siamo dall’altro lato del continente. Adoro questo locale, così caldo in un posto così freddo. Che poi, freddo per noi: Luca ed io siamo in maglia termica, felpa e giacca a vento ma Alvaro sembra tranquillo indossando solo una camicia di flanella e Nancy esce disinvolta con un giacchino leggero aperto sul maglioncino. Praticamente noi peggioravano la nostra situazione solo guardandoli!
La cena é un piacere, i miei nuovi amici ordinano per me un misto di carne pazzesca, assaggio una birra locale e comincio ad affezionarmi a questo piccolo paesino e alla sua gente. Usciamo che hanno già messo tutte le sedie sui tavoli ma la voglia di andar a casa non ha scalfito per mezzo secondo la gentilezza del personale di Carlito.
Puerto Natales é un paesino piccolo piccolo “alla fine del mondo”, come dicono qui, con case a punta e piene di angoli ma ricca di colori sui muri e sulle tegole. Le persone, per ovvie ragioni, passano la maggior parte del tempo all’interno, per lo meno in inverno e primavera, e se si incrocia qualcuno per la strada spesso é nascosto dal cappuccio che corre verso casa. O forse quelli siamo solo noi turisti poco abituati alle temperature fredde di questo piccolo paradiso.
La mattina dopo parto presto per le Torri del Paine e torno che è di già notte, sfatta e con le gambe pesanti provate da 30km di passeggiata. Cappello, cappuccio in testa, fascia al collo e sciarpa a sigillare il tutto tirata su lasciando fuori solo gli occhi.
Affronto la discesa con il vento che mi sbatte in faccia e ad un certo punto un’auto si ferma accanto a me, scende Alvaro: “Nicoletta! Scusami sono in ritardo!”. In realtà, nemmeno mi aspettavo venisse a prendermi, non era tenuto a farlo e vederlo mortificarsi per una gentilezza che ha voluto farmi mi fa un po’ sorridere, sono proprio persone speciali.
A casa Nancy ci accoglie con una zuppa calda di pasta, verdura e uova: non potevo immaginare nulla di più bello. Mi sento a casa con una mamma adottiva che mi prepara la cena e un papà che viene a prendermi all’autobus arrivando in ritardo, come sempre succede anche con il mio di papà del resto. Nancy tutta orgogliosa mi racconta che é andata a parlare di me all’azienda locale che si occupa di crociere sui ghiacciai e mi offrono un tour il giorno seguente. Meno male che ci ha pensato lei, non ce l’avrei mai fatta da sola.
Doccia e letto, mi addormento subito ed è già mattina con Nancy che bussa alla stanza dandomi il buongiorno.
Inizia una nuova lunghissima giornata, non vorrei lasciare mai il caldo e soffice piumone della mia stanza al primo piano ma mi aspetta la crociera tra i ghiacciai, ho un’ottima motivazione per alzarmi assieme al caffè caldo e alle uova che la padrona di casa mi ha preparato per colazione.
Quello che mi piace di AirBnB é proprio questo: come alle volte ti accompagni nella vita delle persone offrendoti molto di più di un letto dove dormire, ma una vera e propria famiglia. Viaggiare non é solo visitare le bellezze naturali, ma anche entrar in contatto con la realtà locale e quale modo migliore se non entrando, chiedendo permesso, nelle calde case di chi questa realtà la vive?
Parto da questo paesino con la voglia di tornare e riabbracciare di nuovo la mia famiglia dall’altra parte del mondo.
Se viaggerete in Patagonia e vi servirà un posto dove dormire, andate da Nancy e Alvaro, portate loro i miei più cari saluti ed un abbraccio fortissimo! Qui trovate il loro annuncio su AirBnB.
sono a casa di nancy e alvaro, ti salutano tanto 😉
ciaooo