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  • Bhaktapur, Nagarkot e Sanchu

Bhaktapur, Nagarkot e Sanchu un tour di due giorni, un’escursione semplice che mi porti di nuovo a vedere le montagne sperando di esser più fortunata e non perdermi l’Everest.

Tornata a Kathmandu ho due giorni a disposizione per un altro trekking prima del capodanno tibetano e così mi faccio suggerire qualcosa di semplice che mi porti di nuovo a vedere le montagne sperando di esser più fortunata e non perdermi l’Everest.

Come al solito Raj è la mia fonte di conoscenza: fa la guida in zona da ormai diversi anni e conosce davvero bene le sue montagne oltre ad aver capito ormai che cosa mi piace. Mi suggerisce di partire l’indomani presto per Bhaktapur, da lì prendere poi il pullman per Nagarkot e rientrare a Kathmandu il giorno successivo scendendo a piedi verso Sankhu ed è proprio quello che ho fatto.

Bhaktapur

Bhaktapur è una città meravigliosa anche se purtroppo gravemente segnata dal terremoto: più della metà è crollata e oggi, ad un paio d’anni di distanza, tutto è in ricostruzione. Passeggiare per le sue stradine più esterne da davvero l’idea come dev’esser stato difficile trovare il coraggio di ricominciare quando intorno a te non ci sono altro che macerie.

I templi nella piazza principale si ergono ancora orgogliosi, non saprei dire se hanno resistito o sono stati anche solo parzialmente ricostruiti ma la loro maestosità lascia senza fiato e gli occhi si perdono tra le loro scalinate. Sono proprio lì che mi lascio trascinare dalla loro bellezza che mi avvicina un ragazzo:

“ehi, da dove vieni?”
“ehi, non mi serve una guida, grazie”
“…volevo solo parlare con te”
“…non vuoi parlare con me… e non voglio né perdere né farti perdere tempo, quindi grazie ma non mi interessa”
“… perché pensi questo di me?”
“Perché scusami, dimmi, che lavoro fai?”
“…la guida…”
“lo vedi? Davvero, visito da sola, grazie. Ciao!”
“ok, ciao!”

Mi rendo conto che sto diventando scorbutica ma proprio non li sopporto più questi che continuano ad attaccare bottone tutti carini e poi alla fine ti chiedono la mancia. Capisco che sia il loro modo di lavorare ma credo dovrebbero essere più chiari fin da subito ed invece si comportano come “persone gentili” ed alla fine puntano sul farti sentire in colpa per il tempo perso per accompagnarti in giro e ti chiedono di pagarli.

Nagarkot

La mia esplorazione della città dura un paio d’ore finchè mi avvio alla ricerca dell’autobus per Nagarkot: l’idea iniziale era che, se non avessi fatto tardi, sarei potuta salire a piedi (circa 3 ore) ma una volta iniziata la corsa mi rendo conto che quella di andare in pullman è stata un’ottima idea. Il dislivello, infatti, è di quasi 1300 m e con lo zaino a rallentarmi non sono sicura che sarei riuscita ad arrivare prima di notte.

Proprio sul pullman conosco Wojtec, un ragazzo polacco come me in viaggio per vedere la famosa alba da Nagarkot e ancora senza hotel dove pernottare. Decidiamo così di fare squadra ed una volta arrivati cominciamo a passare a tappeto tutte le strutture alla ricerca del miglior compromesso prezzo/qualità. Comincia, quindi, la fase che tanto odio della contrattazione ma che ho come la sensazione di aver interiorizzato così bene che, come già successo anche ad Agra, vedo il mio compagno di viaggio lasciarmi fare tenendosi in disparte a vedere cosa succede.

Alla fine ci fermiamo all’Everest Window View: una struttura nuova, con grandi vetrate sulla valle e sul monte Everest (dicono così per lo meno perché, ovviamente, delle montagne nemmeno l’ombra), materassi alti e arredamento moderno. Il proprietario poi è proprio un simpaticone, ci fa promettere di non dir a nessun altro ospite il prezzo che siamo riusciti a strappargli e ci fermiamo subito a bere un tea caldo con lui.

Tumba: il liquore nepalese

Più cala il sole e più si fa freddo e sono letteralmente congelata tanto che alle 19:00 stiamo praticamente già cenando con una zuppa bollente e al ritorno dalla passeggiata notturna ci fermiamo con il proprietario a bere Tumba.

Si tratta di una bevanda ricavata dal riso fermentato, il corrispettivo del nostro vino, ma caldo e dal sapore che ricorda moltissimo quello del sake. Si beve in una specie di borraccia di metallo con una cannuccia e ogni volta che finisce l’acqua, ne si aggiunge di nuova e si riprende a bere come se non si esaurisse mai. Dambar, il proprietario mi spiega che è la bevanda utilizzata sulle montagne del Nepal per combattere le fredde notti d’inverno.

Alba a Nagarkot

Alle 5.45 suona la sveglia, mi vesto con letteralmente tutto quello che ho con me e iniziamo la nostra passeggiata per la torre di osservazione dove, in teoria, avremmo dovuto ammirare la famosa alba di Nagarkot ma mi basta metter il naso fuori per rendermi conto che probabilmente non vedremo proprio nulla nemmeno oggi.

La nebbiolina che mi perseguita da quando sono arrivata non ha nessuna intenzione di abbandonarmi e così ci consoliamo con una buona colazione al rientro in hotel prima di iniziare la discesa per Sankhu.

Sankhu

La camminata per Sankhu è tutta in discesa e passa di foresta in campo in villaggio in continuazione regalando paesaggi magici e molto diversi tra loro. I locali che incontriamo ci salutano con calore e un grande sorriso ed ad un certo punto da dietro un angolo sbucano due bimbe che a mani giunte ci vengono incontro gridando “Namastè, namastè!”. Sono a dir poco bellissime e ci avvicinano per salutarci sotto gli occhi attenti dei genitori. Il mio compagno di viaggio tira fuori della cioccolata e inizia la festa dei sorrisi, delle mani veloci e dei baffetti al cacao.

In circa tre ore raggiungiamo Sankhu, ci fermiamo a mangiare in un ristorante apparentemente chiuso dove puoi scegliere l’animale da farti cucinare direttamente all’ingresso: coniglietti bianchi dal nasino rosa, galline, galli e piccioni sono lì che ci corrono incontro felici ignari del destino che li potrebbe colpire. Tanto mi basta per diventar immediatamente vegetariana e ordinare del riso con le verdure.

Sono quasi le 15:00 che saliamo sul pullman alla volta di Kathmandu per raggiungere il tempio di Bouddhanat dove c’è la più grande celebrazione del capodanno tibetano dello Stato.

  • voto 4/5

  • il paesaggio da Nagarkot a Sanchu

  • gli autobus sempre troppo pieni e le conseguenti corse in piedi

Un’escursione davvero pazzesca e spero che voi abbiate avuto o avrete più fortuna di me in quanto a tempo, chissà quanta bellezza con le montagne a far da cornice!