“Domani pomeriggio andiamo in piscina, c’è una festa” mi dice Paolo, il fratello di un amico conosciuto a Lisbona durante l’erasmus.
Mi infilo il costume rosso nuovo che ho dovuto comprare visto che ho perso la culotte del costume a fiori, mi faccio una coda alta e costringo i capelli in una treccia alla Lara Croft, un vestitino rosso a righe comprato in Turchia e sono pronta.
“Posso portarmi il tablet?”
Paolo mi guarda con un’espressione mezza sconvolta prima di dirmi semplicemente:
“non ci siederemo, costano oltre 500,00 dollari i tavoli”
Vabbè, peccato, troverò altro da fare, penso in tutta la mia ingenuità.
Arriviamo e già dal parcheggio all’ingresso sembra una specie di sfilata della collezione di costumi di Calzedonia: ragazze con parei in pizzo o tulle trasparenti si scattano selfie su selfie non curandosi di aver un cantiere alle loro spalle, non esattamente un bello sfondo ma pazienza.
Fuori troviamo degli amici di Paolo che lo ringraziano tantissimo di averli invitati, davanti a noi una coda lunghissima di ragazze uguali a quelle del parcheggio, ragazzi pieni di addominali e noi, come nelle migliori storie, facciamo una telefonata e passiamo avanti a tutti ed entriamo pure senza pagare. Oggi c’è un certo Calvin che suona e sembrano tutti impazziti, il biglietto costa un centinaio di dollari e io non riesco a smetter di guardarmi intorno stordita.
Entriamo e andiamo in consolle a salutare il deejay, l’amico di Paolo che dall’altro lato del telefono ci ha fatto passare come dei veri vip. La piscina è ancora mezza vuota, o per lo meno per me era piena, prima di assodare che in realtà là dentro potessero entrarci così tante persone. Lascio il mio vestito in a lato dei dischi e vado in bagno.
Qui c’è una ragazza dello staff che ha posizionato sul lavandino una trentina di prodotti per la cura del corpo: spuma per capelli, crema per il corpo, deodorante, gel, glitter, make-up,… Non c’è ancora nessuno e non resisto, le chiedo che cosa faccia lì. Mi spiega che lei porta i suoi prodotti e li mette a disposizione delle ragazze in cambio di una mancia. Pazzesco.
Le ragazze qui sono più truccate di quanto io riesca a fare nelle mie serate migliori, capelli perfetti, gioielli in tinta con i costosissimi costumi alla moda, la pelle ricoperta da pagliuzze dorate che le fa sembrare delle semi dee. In tutto questo ricordatevi di me, senza un filo di trucco, la treccia e il costume rosso di HM. Fortuna che sono una che se la ride.
Le cameriere del locale sembrano tutte delle Play Mate: seni enormi, tanga a scoprire le chiappe sode da palestra, lunghissimi capelli setosi, unghie di gel e ciglia da far invidia a bambie. Ballano, ridano, portano bottiglie che poi aprono e scuotono addosso a ragazzi che felici si pavoneggiano o ragazze che twerkano.
Entriamo in piscina e balliamo anche noi saltellando qui e là cercando di non pensare alla quantità di pipi che così tanti ubriachi concentrati possono produrre. Non lo voglio sapere e poi la musica è pazzesca, l’atmosfera di festa bellissima e non ho nessuna intenzione di rovinarmi questo momento.
Più passa il tempo, più arriva gente e ad un certo punto la piscina è così piena da non poter quasi muoversi ma è quando al microfono annunciano l’arrivo di Calvin Harris che la folla impazzisce.
“Paolo, ma chi è questo?”
“Come chi è questo? È uno dei deejay più famosi e pagati al mondo, è l’ex ragazzo di Taylor Swift, Calvin Harris”
Nella mia testa risuona un “booooo” gigante ma poco importa, è partita la festa! Sono proprio un disastro con i nomi ed è abbastanza risaputo ma che ci volete fare? Un bel nulla.
Arriva il momento di andare e solo allora realizzo che il mio bel vestito rosso è in consolle, proprio dove questo super deejay stava suonando con tanto di groupie tutto intorno e security. Bene e adesso? Ovviamente non ci fanno avvicinare, così cerco di parlare con una ragazza nel privè per chiederle se mi può per favore recuperarlo da sotto, proprio sotto la consolle. Questa non capisce una parola e non saprei dire se è un problema linguistico o altro ma il risultato non cambia. Un ragazzo di colore mi osserva da dietro i suoi occhiali scuri, avvicina me e Paolo, mi prende per mano e mi dice: “tu vieni con me, ma solo tu” e mi porta nell’area dove il deejay sta suonando protetto dai suoi gorilla.
Nell’istante in cui varco la soglia ho inchiodati addosso gli occhi di queste meravigliose bambole che mi guardano come un’aliena: chi ero? che diavolo ci facevo là in mezzo? perché cercavo di andar così vicino a Calvin? Nel mentre cerco di convincere uno dei bodyguard a guardar sotto la consolle e riportarmi il vestito, non avevo alcuna intenzione di uscire per la strada in costume per quando a Las Vegas non sarebbe stato nulla di così strano. Niente, credono sia una scusa per avvicinarmi e non mi sembra il caso di insistere sul fatto che nemmeno sapessi chi fosse quel ragazzo magro prima di allora.
Nel frattempo Paolo ha parlato con la cameriera e lo vedo al di là della balaustra in plastica blandire il mio vestito come un trofeo. Saluto i buttafuori e il ragazzo di colore ed esco sempre sotto lo sguardo attento delle ragazze che non hanno mai smesso di ballare. In macchina lo sguardo mi cade sul braccio e sono tutta sbarluccicante come una stella da tanto glitter era finito nell’acqua della piscina e mi vien da sorridere al fatto che perfino in un luogo neutro come la piscina ci si possa sentire fuori luogo.
In generale non sono mai stata una di quelle tutte lustrini e paillettes, ogni tanto mi piacciono, ma difficilmente esagero. A Las Vegas ho trovato di fronte a me la massima espressione della bellezza “in tiro” e niente, ho deciso che vado bene così! A te è mai successo di ritrovarti ad una festa dove eri decisamente fuori luogo? Raccontacelo nei commenti!
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