Era super interessante cercar di capire come ogni settaggio portasse risultati diversi alla ricerca di un equilibrio perfetto che poi nel giro di un paio di giorni sconvolgevo per ricominciare.
Non sapete quanti profili pazzeschi ho trovato in questo modo: gente con fotografie da paura che sono state vere e proprie fonti d’ispirazione e che da sola non avrei mai scovato visto il basso livello di engagement e visibilità di molti profili.
Quotidianamente facevo il mio per aiutare il bot pubblicando scatti colorati e interessati, negli orari migliori rispetto al mio pubblico, facendo ricerca di hastag per ogni foto, taggando i profili di pagine o gruppi di successo e rispondendo a tutti i commenti cercando di creare discussioni. Dedicavo dalle 2 alle 4 ore al giorno a Instagram e i numeri salivano di circa 500 follower a settimana grazie al lavoro combinato dei due.
Una settimana è successo che sono stata impegnata per lavoro al punto da nemmeno aprire Instagram e il bot era spento. Il risultato? La media dei like alle foto da 800 era scesa a 600, i follower praticamentemte bloccati e mi ci è voluto un mese (!) per riportare su i numeri: insomma il lavoro di mesi andato in fumo in un attimo. Tutto questo per una sola settimana di stop e un grazie infinito al famoso algoritmo Instagram.
Quindi qui non stiamo parlando di qualità delle foto, di hashtag ma solo di lavoro e interazione continua ma di tempo che Instagram ci chiede per mostrare i nostri contenuti, oppure basta pagare.
Poi il viaggio si è fatto più intenso, il blog è cresciuto e così anche la pagina Facebook che per me è diventata prioritaria: amo le parole, le storie e il pubblico che lo anima lo trovo più “reale” e meno patinato. Così ho dato priorità a questo canale e le ore che prima erano dedicate a IG ora sono per FB. Ma come non far soccombere il mio profilo com’è successo in quella settimana di stop? Incaricando il bot di continuare il suo lavoro in toto e cercando di pubblicare il più possibile e negli orari migliori.
Ora, se vedete i dati, vi accorgerete dell’enorme differenza rispetto a quando c’è anche una parte di lavoro e strategia manuale e quando no. Questo per dire che il bot non fa miracoli, ma può aiutarci moltissimo soprattutto in ottica di non venir inghiottiti dall’oblio dell’algoritmo di Instagram se non abbiamo 2-4 ore al giorno da dedicarci o il budget per pagare qualcuno per farlo.
I numeri, l’engagement sono completamente reali ed è quello che conta anche perché, se uno mi segue solo perché lo seguo, non è un target che rafforza il mio profilo, anzi. Il rischio, al contrario, è quello di aver un seguito frammentato e poco interessante per i brand a cui andremo a presentarci, oltre che difficilmente giustificabile.
Questo è un argomento molto delicato e sono pronta ad una valanga di insulti ma credo che ogni scelta che uno fa abbia delle motivazioni e non bisognerebbe aver paura di queste, o forse , se è così sarebbe meglio non far proprio una determinata cosa. Non è che se non lo dico, non si sa. Si può sapere facilmente comunque.
Qual è la vostra esperienza e opinione sui bot Instagram?
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