Ciao a tutti, sono Federica Racioppi e sono una grande appassionata di Cina.
Amo la sua cultura, le sue tradizioni e tutti i significati nascosti dietro ogni ideogramma. Sono super affascinata da tutte le sue contraddizioni, dai suoi cambiamenti repentini e dalla sua gestione del sistema sia politico che economico. Ho studiato cinese per anni, ho vissuto diversi mesi a Wenzhou e a Pechino e parlerei per ore e ore di quanto bella è quella terra, di quante cose mi ha insegnato, di quante volte mi ha aiutata e di quanto mi ha resa felice.
Oggi però penso a quello che sta succedendo in questi giorni, al coronavirus e a tutte le sue conseguenze e mi arrabbio.
Cos’è il coronavirus? Proprio tutti ne parlano
In questi giorni non si fa altro che parlare di questo maledetto coronavirus che sta preoccupando il mondo intero.
Ne parla chiunque: sinologi, medici, politici e grandi esperti ma anche molti che non conoscono nulla nè del virus nè della Cina. Si stanno divulgando tante informazioni inesatte che stanno fomentando odio e razzismo. Questo mi preoccupa, mi deprime, mi fa incazzare.
Coronavirus: la situazione in Cina e in Italia
Ho tanti amici, italiani e non, che attualmente vivono in Cina e lì, la situazione non è semplice e la paura è tanta.
Wuhan, l’epicentro dell’epidemia nonchè il capoluogo della provincia dell’Hubei con circa 11 milioni di abitanti, è isolata; i voli sono stati bloccati e la gente esce il meno possibile di casa perchè ha il terrore di essere contagiata.
Molti si sentono paralizzati: non possono continuare a vivere angosciati tra le mura di una casa che sembra sempre più piccola e soffocante. La soluzione migliore sarebbe quella di tornare nella propria madrepatria.
Come si può però lasciare la terra che ti rende felice? Quella che ti ha accolta fin dal primo istante facendoti sentire a casa nonostante tu fossi dall’altra parte del mondo? Come si fa a lasciare il proprio lavoro, i propri affetti e tutto quello che si è costruito in tanto tempo?
D’altra parte, ho anche tanti amici cinesi di prima e seconda generazione che vivono in Italia e anche qui la situazione è difficile. Molti di loro sono cittadini italiani, nati e cresciuti in Italia da genitori cinesi. La maggior parte è bilingua ed è perfettamente inserita nel contesto sociale italiano.
Per loro, Italia significa casa. In questi giorni però sono preoccupati perchè parte della loro famiglia è in Cina. Le persone che amano sono lontane, potrebbe succeder loro qualsiasi cosa e ad oggi non avrebbero neanche modo di raggiungerli.
Come se non bastasse, come se non fosse già abbastanza doloroso tutto questo, l’ignoranza e la psicosi da corona virus stanno rendendo il tutto ancor più complicato. La gente, anzichè dar loro la forza necessaria per affrontare questo momento, li evita o peggio ancora li insulta perchè loro sono solo “dei luridi cinesi che mangiano di tutto e poi infettando il mondo”.
Non possono entrare in alcuni locali perchè sono visti come “virus che cammina” e per ogni colpo di tosse, ci sono centinaia di persone che corrono a comprare una mascherina. Il coglionevirus, insomma, sta facendo molte più vittime del coronavirus.
Coronavirus e le fake news
I media stanno divulgando tante fake news che servono solo a fomentare odio e razzismo: Pechino non si trova a sud di Shanghai, bere la candeggina non ti rende immune e bere birra Corona non ti rende infetto; non esiste alcun italiano bloccato a Hefei, la teoria del virus volontariamente fabbricato in laboratorio non è avvalorata da alcuna prova, non è un complotto per vendere vaccini anche perchè non esiste ancora alcun vaccino e se compri qualcosa Made in China il virus non è incluso nel prezzo. Prima di giudicare, informatevi.
Io sono orgogliosissima di questa grande Nazione che, anche questa volta, si è dimostrata SUPERLATIVA. I cinesi sono stacanovisti che stanno lavorando notte e giorno per trovare una cura che debelli il virus, per mantenere pulite città con milioni di abitanti, per costruire ospedali in tempi record.
Sono persone che credono molto nel concetto di comunità, che si aiutano gli uni con gli altri sempre. Quando l’Italia ha subito danni causati da varie calamità naturali, i cinesi erano in prima linea ad aiutarci inviando denaro e messaggi di solidarietà.
Oggi si ritrovano a combattere una guerra e lo stanno facendo nel migliore dei modi dato che i pazienti guariti sono molti di più rispetto a quelli deceduti.
Non lasciamoli soli, il virus non ha nazionalità…è nemico di tutti!
Ah, PS: </strong>il virus non si trasmette per via alimentare quindi andate a mangiare nei ristoranti cinesi e godetevi un bel piatto di ravioli alla piastra! Se non vi doveste sentire bene, chiedete un bicchiere di acqua calda. È la cura ad ogni male!!!
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