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  • Kandy, Sri Lanka – Nuwela Eliya, Sri Lanka

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Il viaggio prosegue fra Nuwara Elyia ed il Horton Plains National Park. Cosa abbiamo trovato qui? Una bellezza che è la fine del mondo ed un passaggio inaspettato.

Da Kandy a Nuwara Eliya

Come vi ho raccontato, è molto semplice muoversi in autobus in Sri Lanka, quindi il piano era quello di prendere l’autobus la mattina presto per Nuwara Eliya. Ma la sera prima di partire esco a cena con Jim e Gay (la chicken couple conosciuta durante la Rickshaw Challenge in India) e mi dicono che possono darmi un passaggio in auto. È così bello rivedere delle facce amiche dopo tanto tempo!

Il viaggio in auto dura circa 2h30 con delle brevi soste per ammirare i panorami meravigliosi creati dalle piantagioni di tea che si srotolano lungo i pendii. Mi avevano parlato della bellezza dell’itinerario del treno che collega Kandy a Nuwara Eliya (e di sedermi al finestrino del lato sinistro per una vista migliore) ma devo dire che anche in macchina non è niente male

La bellezza della cascata Boburu

Trascorro un solo giorno a Nuwara Eliya e lo dedico a passeggiare nei pressi di una cascata pressochè sconosciuta: Boburu Falls. In tuk-tuk sono circa 10 minuti tra salite e discese ma la bellezza della cascata e la pace del villaggio tutte intorno sono innegabili. Ci vuole circa una mezz’ora per raggiungere la parte più alta della cascata ma il percorso è mediamente facile e abbordabile per quasi tutti.

Il tempo a mia disposizione è davvero poco e purtroppo non riesco a visitare l’azienda di tea o il giardino botanico. Solo un rapido sguardo al tempio di Patana ed è praticamente già sera.

Horton Plains National Park

La mattina successiva alle 7:30 sono già su un autobus alla volta di Horton Plains National Park: ci vuole circa un’oretta per raggiungere Patipola. Da lì gli ultimi 13km prendo un tuk-tuk. Il biglietto dell’autobus costa 85,00 rupie mentre con il taxi riusciamo ad accordarci per 900,00 rupie. Il tuk-tuk andata e ritorno da Nuwara Eliya mi costava 7.500,00 rupie, fate voi quanto ho risparmiato usando i mezzi.

L’ingresso al parco costa 3.500,00 rupie e nel giro di pochi minuti il mio mezzo a tre ruote mi scarica all’inizio del sentiero cercando di convincermi a pagare altre 600,00 rupie così che lui si fermi 3 ore ad aspettarmi per riportarmi indietro.

Il punto è che non ho voglia di prender impegni con nessuno, soprattutto quando sono a spasso e l’idea di far il percorso correndo perché qualcuno fuori mi sta aspettando, per quanto non averlo implichi la reale possibilità di rimanere a piedi in mezzo al nulla ringrazio ma rifiuto l’offerta. Così lascio il mio zaino alle guardie al gate d’ingresso, saluto il mio autista e comincio la mia camminata.

World’s End e il Parco Nazionale

Ci vogliono circa 3h per far tutto il percorso circolare che va da World’s End alle Cascate passando per foreste e praterie ma ce ne metto quattro: mi fermo di continuo per vedere gli scoiattoli giocare, inseguire farfalle giganti o osservare passerotti colorati. Mi piace l’idea di prendermi il mio tempo al di là di correre per arrivare in fondo al percorso o raggiungere i punti più scenografici per scattarmi un selfie.

Il paesaggio cambia moltissimo passando dalle pianure alla foresta per poi aprirsi in una vista meravigliosa una volta arrivati a La Fine del Mondo. Non so bene perché la chiamino così: mi aspettavo un paesaggio oltre il quale i miei occhi si perdessero senza riuscire a vederne la fine, mentre al contrario questo si affaccia su una valle molto profonda contornata da montagne. Forse hanno anche qui il modo di dire “è la fine del mondo” riferendosi più alla bellezza che alla fisicità ed è per questo che è stato battezzato così. Chissà.

Durante questa passeggiata il clima è cambiato moltissimo. Sebbene appena arrivata in cima la mia felpa sembrava una cosa irrinunciabile, man mano che avanzavo nella riserva il sole era sempre più a picco e faceva sempre più caldo. Poi nell’ultimo tratto, dalla cascata all’ingresso, tutto è stato avvolto dalle nuvole basse e la mia felpa è tornata molto utile di nuovo.

Il viaggio in treno per Ella tra i più belli al mondo

Arrivata alla fine, visti i sandali, avevo seriamente bisogno di lavarmi i piedi per eliminare tutta la terra e la polvere prima di ripartire alla volta della stazione per prendere il mio treno per Ella. Il mio uomo del tuk-tuk nel frattempo deve aver trovato un’altra cliente da riportar in città, così mi avvio al gate pronta ad affrontare quei 13km con il mio zaino in spalla: per fortuna ora in discesa.

Poco dopo mi affianca un uomo in motorino incuriosito dal mio camminare e mi chiede dove stessi andando e mi offre un passaggio. Così salto in sella e arriviamo al gate dove recupero il mio zaino e con qualche seria difficoltà ripartiamo alla volta della stazione. Lo zaino è grande e pesante, lo appoggio nella parte posteriore del motorino pur tenendolo in spalla e è davvero difficile sia rimanere in equilibrio sia riuscir a non spaccarmi la schiena. Anche se in compenso ho allenato gli addominali come non facevo da mesi. Mi lascia a 1km dalla stazione, gira il motorino e torna alla riserva (e non so esattamente perché, da noi si dice fatto 30 si fa 31 ma evidentemente qui non è così).

Ho un’ora prima del mio arrivo del treno, così abbandono lo zaino alla polizia in stazione e vado alla ricerca di qualcosa da mangiare. Tra poco si va a Ella e mi aspetta uno dei viaggi in treno più belli del mondo tra piantagioni di tea e piedi a penzoloni fuori dal vagone.

  • la natura e come questa è rispettata e protetta

  • voto 5/5

  • la mancanza di mezzi pubblici per raggiungere il gate

La tappa alla fine del mondo è stata quasi obbligata, come resistere ad un nome così? Voi l’avete visitata? Non ditemi che avete visto i leopardi perché il mio livello di gelosia potrebbe arrivare alle stelle!