Amo la Malesia per il suo riuscir a far convivere in un unico Paese in maniera completamente pacifica tante religioni e culture diverse: tutto viene scritto in quattro lingue e ogni popolo ha ritagliato il suo spazio.
Petronas
Il mio tour con Musement a Kuala Lumpur comincia con una delle visite più classiche, quella al simbolo della città: le Petronas. Si tratta di due torri gemelle tra le più alte al mondo (452m) unite da un ponte sospeso. All’interno per lo più uffici ma anche due piani dedicati alle visite turistiche. È così possibile prendendo il veloce ascensore, arrivare a toccare (quasi per davvero) il cielo con un dito e dominare la città dall’alto.
Amo sempre moltissimo poter vedere le cose da una prospettiva differente e questo è proprio uno di quei momenti in cui staccati i piedi da terra ti rendi conto di come le cose sono fatte, scopri un piccolo cimitero in pieno centro città e ti perdi a guardare il flusso delle macchine che avanza piano.
KL Tower
Da una vista mozzafiato su Kuala Lumpur passiamo direttamente ad un’altra a 360° questa volta salendo sulla torre di KL tower. Piccoli negozietti di souvenir e bar coprono l’intera passeggiata circolare ed il set per le foto ricordo diventa il mio unico punto di riferimento per trovare gli ascensori e scendere.
Conosco così poco questa città, eppure mi bastano queste due visite per sentirla più familiare dopo averla studiata centimetro per centimetro dall’alto.
Masijd Negara
Inizia poi il nostro tour religioso con una breve visita alla moschea di Masijd Negara che con il suo tetto a forma di ombrello a sedici punte ci racconta delle 16 entrate: una per ogni Stato Malese (11) e per i Pilastri dell’Islam (5).
Da li iniziamo una breve passeggiata tra edifici dal sapore decisamente arabo. Proprio qui si trova il mio grattacielo preferito della città: un intreccio di tradizione data dal marmo intagliato con i più bei motivi arebesque abbinato al vetro ed alla forma severa e decisa di un palazzo dei più moderni.
Ufficio postale di Kuala Lumpur
Poco più avanti l’ufficio postale ha questo fascino storico, così come l’enorme campo da cricket che si stende appena davanti. Penso ai signori inglesi arrivati qui che si riuniscono nel weekend tra cappelli a falda grande, pizzi e merletti.
Mi piace sempre un sacco fermarmi a pensare a chi prima di me ha calpestato quello stesso suolo, chi fosse ed in quale occasione e la mia immagine corre a Julia Roberts in Pretty Woman quando saltellando aggiustava le zolle del campo polo dopo la partita. Non c’entra niente, lo so, ma ormai dovreste esser abituati ai miei voli pindarici.
Pausa pranzo al ristorante indiano
È ormai ora di pranzo e le guida mi accompagna a mangiare in un ristorante indiano dei più classici. Dopo tutto il periodo passato in India avevo giurato al mio stomaco tregua da quei sapori così intensi e piccanti, ma devo essere sincera, mi è bastato starci lontana per un paio di mesi, per tornar a mangiarlo proprio di gusto.
C’è solo una cosa che mi fa confusione, le posate. Non capitemi male, in almeno 30 anni della mia vita ho mangiato con coltello e forchetta, ma dopo aver (quasi) imparato a mangiare con le mani quel cibo adagiato su una foglia di banana, mi fa proprio confusione: un po’ come mangiare il sushi con la forchetta. Ogni cultura ha il suo cibo, ogni cibo ha il suo modo di esser consumato e quello indiano va mescolato per bene con le dita ed adagiato in bocca spingendolo con il pollice lungo l’indice e il medio, non con le posate! Comunque, pasto delizioso e decisamente economico per gli standard della capitale Malese.
Giornata di esplorazione di una delle città più attive e moderne asiatiche. Ci sei stato? Com’è andata? Raccontacelo nei commenti!
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