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Kuta, Bali – Ubud, Bali
2 gradi di separazione
Ubud è la capitale culturale di Bali e centro spirituale per la meditazione e lo yoga, famosa anche per le sue bellissime risaie.
Finalmente ci siamo alle 7:00 del mattino sono pronta ad affrontare la realtà dello scooter, il traffico, le buche e partire alla volta di Ubud. Prima parto, meno traffico incontrerò e forse è anche stato così, ma per me era comunque tanto.
Bali e lo scooter
Vi devo svelare un segreto, non ho mai guidato uno scooter e non so bene come comportarmi con un mezzo che dove dovrebbe avere la frizione ha il freno, senza nessun pedale e con cui basta accellerare. Per non parlare dello sterzo e di quanto possa piegarmi prima di far un danno. Insomma, quando l’omino del noleggio compare chiedendomi se volessi provarlo provo con nonchalance a dire “no, no, non è necessario” ma il suo sguardo misto tra l’interdetto e lo stupito mi ha fatto cambiare idea all’istante.
Molto incerta mi infilo nella stradina appena fuori dal cancello dell’hotel pregando non arrivi nessuno così da poter prendere tutto lo spazio necessario per la mia virata, poco più avanti blocco completamente il traffico per girarmi e tornare indietro. Avrò fatto forse 50m tra andata e ritorno ma sono completamente sicura che il motorino funziona alla grande!
Per guidare il motorino a Bali è necessario avere la patente internazionale (la si fa in motorizzazione e servono una quarantina di euro in tutto) e il casco sempre in testa: non importa se vedete che gli altri non lo fanno, voi fatelo. Questo sia per una questione di sicurezza sia perchè per la polizia fermare gli stranieri in fallo è un vero e proprio modo per arrotondare e quindi lo fanno senza riserve.
In realtà ci scherzo un po’ su, ma il viaggio fino ad Ubud scorre abbastanza liscio: ho il cellulare nella bustina di plastica trasparente waterproof comprata nelle Filippine legata al parabrezza e ogni tot di strada accosto per controllare di non essermi persa. La cosa positiva è che non ci sono moltissime strade quindi in generale è sempre dritto.
Mi fermo per fare benzina il prima possibile: Vittorio mi ha avvisato che non sempre ci sono benzinai lungo la strada, che posso sempre comprare il carburante in bottiglie di vetro (una volta contenenti vodka) nei vari negozietti a lato della strada ma pagandola ovviamente più cara.
Ostelli a Ubud
Arrivata ad Ubud mi avvio all’hotel dell’amico di Jim e Gay, la chicken couple conosciuta alla Rickshaw Challenge, ma lui non c’è ed è decisamente fuori dal mio budget.
Così prenoto un posto letto in un dorm: 3,00 euro a notte e, lasciatemelo dire, uno dei migliori ostelli mai visti fino ad oggi, il Bali Backpakers hostel. Le camere sono grandi, gli spazi comuni puliti e un sacco di persone interessanti con cui scambiare quattro chiacchiere, tanto che le mie serate passano sulle scale all’ingresso dell’ostello in compagnia di svizzeri, argentini, tedeschi e francesi.
Museo di Ubud
Dopo una bella colazione con brioche alla pasticceria francese di fronte al Museo di Ubud (si, mi mancava il sapore di casa) vado a visitare questo contenitore di cultura locale e mi riempio gli occhi dei dettagli colorati delle centinaia di dipinti che ricoprono le pareti e corridoio dopo corridoio scopro la dedizione per i piccoli dettagli che questa popolazione ha.
Per osservare per bene ogni singola opera non basterebbero probabilmente un paio di giorni in quel museo andando alla ricerca dei particolare nascosto in quella densa trama di tratti scuri.
Rice fields a Ubud
Accanto al museo inizia il sentiero della passeggiata tra le risaie, praticamente invisibile se non si sa cosa cercare. Da lì inizia una passeggiata di un paio d’ore immersi nella natura tra sfumature di verde acceso e giallo caldo con il vento che piega i fruscelli dando vita all’unico suono che si espande tutto intorno e solo raramente viene interrotto da quello di qualche motorino.
La passeggiata dura circa un’ora, un’ora e mezza passando dai campi di riso, alla foresta ai campi di nuovo: qua e la qualche piccolo villaggio, qualche casetta e qualche warung (i ristoranti locali) appositamente collocato per i turisti in passeggiata. Non so voi ma se posso non mi fermo per principio, mi danno proprio l’idea di trappole per turisti a cui verranno serviti gli stessi piatti di un posto tradizionale con i prezzi raddoppiati.
Quando la strada torna verso la città il numero di guest house e warung continua ad aumentare e mi guardo in giro indecisa se perdere i 3,00 euro della notte al mio ostello per una di queste strutture nel cuore della natura ordinata delle risaie ma alla fine la compagnia fatta ha avuto la meglio tenendomi in centro.
Se siete a Ubud per un ritiro di meditazione o di yoga, il mio consiglio è quello di scegliere una delle strutture in mezzo alle risaie, sempre alle spalle del Museo della città: la tranquillità del posto di per sé non può che mettervi nello spirito giusto.
Spa a Ubud
Comincio a studiare i menù dei ristoranti lungo la strada e arrivo ad uno con portico con vista sulla campagna: Juga. I prezzi sono più che onesti e decido di fermarmi per pranzo ma proprio mentre scelgo cosa mangiare il mio sguardo viene catturato dal volantino dei servizi beauty offerti da loro. Non posso credere ai miei occhi, meno di 30,00 dollari per il pacchetto con il bagno nei fiori (un’ora di massaggio, scrub, trattamento al latte e vasca di fiori): meno della metà di quanto offerto dai centri estetici in città, per di più con vasca all’aperto con vista sulle risaie.
Non ci ho pensato nemmeno un secondo e dopo pranzo la signorina mi ha accompagnato al piano di sotto per le mie tre ore di trattamento immersa nella natura. Una candelina spandeva nell’aria profumo di lemon grass mentre mi godevo il massaggio e i relativi trattamenti, quando si è fatta notte quella stessa candela è diventata fonte di luce romantica per quel momento magico tutto mio.
A mollo nella mia vasca tra i fiori colorati guardo il giorno farsi notte, sorseggio una tisana calda e piano piano le lucciole cominciano a rincorrersi tra i le spighe di riso e tutto è così magico che non vorrei finisse mai. È come se più il tempo passa più divento sensibile al potere della natura e riesco a godere di ogni sua sfumatura.
Trekking: Monte Batur
Torno all’ostello che è notte e seppur dovrei andar a letto visto che alle 2:00 verranno a prendermi per l’escursione sul monte Batur, non riesco ad allontanarmi dai miei compagni di viaggio temporanei che al solito, sulle scale si raccontano in una vita in movimento. Siamo tutti degli zingari e nonostante la diversità di ogni storia, siamo tutti così terribilmente affamanti di mondo, di vita e di libertà.
voto 5/5
la spa nella vasca dei fiori
il traffico per raggiungere Ubud
Ubud è la mia città preferita di Bali, una tranquillità pazzesca appena usciti dal casino del centro città e una natura davvero da togliere il fiato. Qual è la tua città preferita a Bali?
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