Mi piace pensare alla vita come a una serie di piccoli cicli, di percorsi circolari fatti per essere a un certo punto chiusi così da poterne riaprirne di nuovi e lanciarsi ancora una volta nel vuoto. Proprio in questi momenti di transizione è necessario cambiare pelle, è necessario un bel processo di rebranding.
Quella sensazione di brivido, di incertezza, di paura che si ha prima di un grande salto che spaventa terribilmente ma che, allo stesso tempo ti fa sentire viva. Sai che di lì a poco quella sensazione ti riempirà così tanto da spalancare i polmoni, accelerare il cuore e riempirti la bocca di musica. Ti ritroverai a cantare, a ridere e piangere, a sentirti nel posto giusto, al momento giusto ancora se magari ancora carica di incertezze, difetti e per questo meravigliosamente imperfetta.
Ricominciare. Se qualcuno mai vi dirà che è semplice non dategli retta: o non l’ha mai fatto, o ha paura di ammettere l’immensa fatica che si prova nel mettersi in discussione accettando la bellezza del cambiamento.
Si ricomincia perché ci si sente arrivati alla massima espressione di sé o perché al contrario non ci si riconosce più in quell’immagine riflessa nello specchio. Per fortuna cambiamo, evolviamo e ci lasciamo plasmare dal mondo. Può succedere che quel vestito che amavano tanto non ci rappresenti più e non c’è niente di male: facciamo un passo indietro e guardiamoci nel modo più coraggioso e oggettivo possibile, amiamoci nel cambiamento e ascoltiamo il nostro cuore, lui sa meglio di noi qual è la nostra strada.
Oggi sono qui a documentare la mia rinascita, il mio rebranding nel modo più puro e semplice possibile attraverso la ricerca di una serie di parole chiave che guideranno questo processo doloroso, necessario ed elettrizzante insieme. Quindi se cercavate una guida pratica e istituzionale che vi guidasse in una serie di processi standard forse non siete nel posto giusto ma se, invece, vi interessa un viaggio più autentico e vero fatto di tentativi, di errori e di successo mettetevi comodi perché staremo insieme per un po’.
“Nella vita ci sono cose che ti cerchi e altre che ti vengono a cercare. Non le hai scelte e nemmeno le vorresti, ma arrivano e dopo non sei più uguale. A quel punto le soluzioni sono due: o scappi cercando di lasciartele alle spalle o ti fermi e le affronti. Qualsiasi soluzione tu scelga ti cambia, e tu hai solo la possibilità di scegliere se in bene o in male”. – Giorgio Faletti
Cos’è un rebranding?
Per capire cos’è un rebranding è utile iniziare da cosa sia un brand e perché abbia deciso di intraprendere la mia rinascita legandola, in qualche modo, a qualcosa di commerciale.
Il brand è l’immagine che racconta l’identità di una determinata azienda (o anche di un professionista) attraverso la scelta di elementi distintivi come il nome, il logo, la reputazione, il logo, lo stile di comunicazione e proprio questa immagine la differenziano dai competitors.
Quando si fa un rebranding si fa una sorta di restyling della propria immagine. Perché? Le ragioni possono essere anche molto diverse: per renderlo più attuale, perché sono cambiati gli attori o perché semplicemente c’è stata una naturale evoluzione nel contesto o dentro di noi.
Perché rebranding?
Ho sempre profondamente amato il mio lavoro e per questo motivo è sempre stato legato a doppio nodo con la mia persona: “fai un lavoro che ti piace e non lavorerai un solo giorno nella tua vita”, diceva qualcuno e per me è sempre stato così.
Sono sopravvissuta a una delle tempeste più forti e devastanti della mia vita e anche se ho tutte le ossa rotte, il cuore sanguinante sono pronta a ricominciare, a ripartire da me e con me. Finalmente.
Chi sono? Oggi faccio fatica a tracciare dei contorni definiti ma ho imparato l’arte della pazienza e un pezzo alla volta rimetterò tutto al suo posto. Ora è un po’ come guardare fuori dal finestrino appannato dalla condensa nello scompartimento di un treno troppo affollato, fortuna che fuori sta finalmente sorgendo il sole e io sono sono pronta a qualsiasi cosa mi aspetti là fuori.
C’è anche una motivazione più pratica alla scelta di questo “titolo“: l’essere trovata nel meraviglioso mondo del web da chi come me vaga nella nebbia alla ricerca della sua identità.
È decisamente più probabile essere trovata dalle persone giuste con la chiave di ricerca “rebranding” piuttosto che “rinascita” o “ricomincio da me” perché in fondo quello che farò è si un percorso di ascolto interiore ma volto a una nuova pelle professionale: non sono una coach ma una professionista in comunicazione e nessuna parola poteva esser più giusta. Insomma, nonostante tutto SEO docet.
In più devo ammettere che se sono brava a lavorare alla strategia degli altri, un po’ meno lo sono con la mia per ovvie ragioni di oggettività e per questo chiederò aiuto a persone diverse, ognuna di loro per me un’ispirazione e vediamo cosa ne salta fuori.
Rebranding: come funziona
Non ci saranno appuntamenti specifici per ogni fase e seppur questo sia molto poco furbo e professionale in un ottica di piano editoriale, rimane molto coerente con quello che avviene davvero in un rebranding personale: alcuni momenti avranno bisogno di più tempo di altri per esser concepiti, accettati, digeriti e messi in pratica e va bene così.
Se sarai così fortuna da approdare qui solo alla fine di questo viaggio potrai scegliere se viverlo tutto in un respiro o se prenderti anche tu il tempo per interiorizzarlo insieme a me, per una volta nessuna regola ma tanta pancia. Ready?
Non sarà un viaggio semplice ma sono proprio i percorsi più impegnativi quelli che poi, una volta arrivati, daranno le maggiori soddisfazioni e probabilmente nuove spinte, nuove sfide per non fermarsi mai. Hai intrapreso un percorso di rinascita anche tu? Come ti senti? Come lo stai vivendo e affrontando?
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