“Si viaggio da sola”
“Tu viaggi da sola?”
“Ma non hai paura?”
Se ho paura…? Ho paura ogni volta che sono da sola di notte per la strada che sia a Milano o a Buenos Aires. Ho paura ogni volta che prendo in casa un ospite con AirBnB e divido con lui l’intimità del mio nido, o che porto la mia vita nel suo appartamento. Ho paura ogni volta che sento che sto per innamorarmi e potrei vedermi portar via la mia vita, la mia individualità, i miei sogni un’altra volta.
É vero, sono una donna e viaggio sola ed é altrettanto vero che non avrò mai la forza di un uomo. Vero é anche, però, che perché sono donna le persone hanno meno paura di me e un più sviluppato senso di protezione.
Essere una donna che viaggia da sola ha un sacco di contro, é vero, ma anche tanti pro.
Se esco la sera (“se”) é meglio non bere, non accettare bicchieri di dubbia provenienza e magari non rientrare troppo tardi da sola. Dipende da dove sei, ovviamente, e probabilmente farlo in Sri Lanka é molto più pericoloso che in Norvegia, ma nel dubbio meglio evitare. In fin dei conti sono stata aggredita in Giappone: se é successo lí, può capitare ovunque. A me, a dir la verità non piace far serate brave in continuazione quindi rinunciarvi non é stato un grosso dramma.
Se salgo su un autobus devo dar un’occhiata a quanto pagano gli altri, perché in Paesi dove non esistono biglietterie e sistemi internet per l’acquisto dei ticket, nove volte su dieci mi verrà applicato il “sovrapprezzo della viaggiatrice straniera” e lì mi toccherà tirar fuori denti e unghie per essere trattata con uguaglianza. É una scocciatura, ma nessuno si aspetta che mi faccia valere quindi spesso basta mostrar un canino che già é tutto risolto e siamo amici come prima.
In un Paese mussulmano probabilmente dovrò legare i capelli, indossare gonne alla caviglia e coprire le spalle. In fin dei conti se voglio rispetto devo darlo, no? Dico probabilmente perché in molti il turismo ha ammorbidito queste regole. comunque sia, adattarmi ai costumi del luogo non mi disturba per nulla, lo fanno di più gli sguardi troppo curiosi ed invadenti.
Sono una donna e viaggio sola, questo vuol dire che non posso passeggiare in minigonna ma nemmeno di notte in pantaloni stretti, perché le macchine mi si accosteranno, finestrino giù e “bella quanto vuoi”. Ma questo per ora é successo solo a Milano, più volte, sotto casa.
L’altro lato della moneta é che se in strada sollevo il pollice non passerà molto tempo prima che qualcuno si fermi per darmi un passaggio. Ovviamente con jeans, maglia accollata, trucco leggero e magari capelli legati ma funziona. Meglio qualche accortezza in più non sia mai che arrivi un messaggio sbagliato e quindi il passaggio sbagliato.
Spesso mi hanno detto: “ti ho vista e mi sono fermato, non vorrei che si fermi qualcuno con strane intenzioni”. Così ho viaggiato con nonni, mamma con piccolina, turisti e guide dei parchi nazionali.
Molte, moltissime persone hanno garantito per me e molte altre mi hanno presa in casa pur non conoscendomi e può essere che il mio essere donna abbia aiutato.
Se non ho paura a esser una donna che viaggia da sola? Ho piú paura che questa differenza continui a essere percepita più come un handicap e ad esser considerata come tale perché continuerà ad esserlo. Per questo viaggio sola e sono orgogliosa di raccontarlo.
Non abbiamo gli stessi diritti di un uomo, non abbiamo le stesse libertà di un uomo, non abbiamo lo stesso trattamento di un uomo ma questo non mi fa paura, é solo questione di capire quale sia il valore nella nostra diversità e tirarlo fuori.
Essere una donna è un valore o un handicap quando si tratta di viaggi? Racconta la sua esperienza nei commenti.
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