Mare, mare, mare! La Union è il compromesso perfetto tra belle spiagge, buone onde da surfare, locali dove passare la serata ma senza lo stress a cui siamo abituati nella riviera romagnola. Sono arrivata con un piccolo van da Banaue e questo mi ha lasciato a San Juan, dove vive Simone, amico di un amico.
A La Union ci si arriva in autobus più o meno da ogni lato dell’isola, è una città così grande che o con un pullman di linea, o con uno turistico o con un minivan, in qualche modo ci si fa senza grossi problemi. Come per Banaue, muovendomi nel weekend di Pasqua, ho avuto non pochi problemi a trovare un mezzo per tornare a Manila tanto che, dopo esser scappata dalla stazione vista l’impossibilità di coprare un biglietto in tutto quel caos, mi sono ritrovata a farmi aiutare da un poliziotto a fermar gli autobus in mezzo alla strada. Dovevo per forza rientrare per andar a farmi fare il passaporto nuovo, visto che il mio era stato rubato a Palawan e due giorni dopo avevo il volo per il Vietnam.
Saranno state le duemila ore di autobus, sarà stata la lontananza del mare da più di 36h, fatto sta che come da una forte calamita sono stata trascinata in spiaggia giusto in tempo per godermi il bagno al tramoto prima del coprifuoco. Il bagno in mare, infatti, è consentito solo dalle 6:00 alle 18:00, dopo di che suona una sirena, i bagnini fanno il giro della spiaggia e invitano tutti ad uscire dall’acqua.
I miei amici che più si intendono di onde mi hanno detto che qui è il posto ideale per imparare, che queste sono semplici e considerando le decine di scuole di surf che incontro durante la mia passeggiata sul bagnasciuga, potrebbe decisamente essere vero.
I locali qui hanno un’aria ricercata con una grande offerta di succhi di frutta freschi, panini e perfino pizza (che non ho avuto il cuore di prendere per vari motivi, tra cui il caldo).
Simone si è trasferito con la famiglia a La Union per fare il cioccolato! Si, avete capito bene: Simone è un po’ come il Willy Wonka italiano che però sta nelle Filippine. I cacao arriva dalle piantagioni a sud, lui lo lavora, lo tosta, lo tempra per realizzare dei piccoli capolavori artigianali sia in termini di gusto che estetici. La carta che avvolge le tavolette arriva direttamente dall’Italia, portando con sè tutto il suo gusto e ricercatezza e Simone pazientemente impacchetta una ad una le sue tavolette, probabilmente con la stessa cura con cui rimbocca le coperte la sera alle sue bimbe.
Tra poco aprirà un nuovo laboratorio di Tigre Y Oliva proprio a due passi dalla spiaggia, se passate dalle Filippine andate a salutarlo e mi raccomando, non mancate di assaggiare il cioccolato con i chicchi di caffè, una vera festa per le papille!
Ho trascorso una mezza giornata a gironzolare tra le risaie (con tanto di caduta nel fango!) e nonostante caldo, fatica e ore di sonno perse lo rifarei. Voi ci siete stati?
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