Qualche giorno fa un’amica mi ha mandato su Whatsapp una decina di fotografie: un paio di immagini del suo sorriso ritrovato, altre dei suoi nuovi modi di domare quella chioma bionda, qualche paesaggio della natura nel paese in cui si è appena trasferita, immagini del nuovo lavoro. Mi si è creato un vuoto nello stomaco.

Vedere i suoi occhi tornati a sorridere dopo il temporale terribile di inizio anno, il suo viso così cambiato, felicità e orgoglio che traspaiono sul suo volto come un bellissimo arcobaleno. E io? Io così lontana.

Io che cambio letto ogni tre giorni quando va bene, io che non mi fermo mai, io che abbraccio tante persone avvicinandole al cuore per poi salutarle troppo presto, io che sono in viaggio alla ricerca continua di bellezza. Io che perdo così, però, quella più sincera di un’amica che sboccia, di un’altra che conta i giorni per abbracciare la sua piccola che sta per nascere, io che non potrò più specchiarmi negli occhi di quell’amico forte che è stato tradito da una valanga, io che non sono più così sicura di star costruendo più di quanto non stia perdendo.

I giorni passano e ogni volta che i miei mi chiamano ad un orario strano il cuore mi scoppia nel petto dalla paura che possa succedere qualcosa e io non sono con loro. Gli anni passano e l’idea che sto perdendo tempo accanto a loro mi fa venir ancora più voglia di tornare.

Tanti partono scappando da qualcosa ma per me è diverso, per me il viaggio era più una sfida, la voglia di mettermi alla prova facendo qualcosa di grande. La mia è pura e sana curiosità e cavolo se ne ho viste e ancora ne vedrò di cose in quest’anno, ma ora si comincia a far sentire la voglia di tornare a casa. Non capitemi male, amo ogni singolo giorno di questa meravigliosa avventura, ma è iniziato il conto alla rovescia verso quel 23 dicembre che mi riporterà a casa.

È come se nel tanto cercare abbia la sensazione di aver perso di vista la mia vita vera, la vita numero uno, quella che mi ha visto nascere sulle montagne del Trentino, trasferirmi a Como per studiare e a Milano per lavorare. È come se mi stia perdendo il bello delle persone che fanno di me quella che sono; che poi certo che ci sentiamo e faccio del mio meglio per star al passo e esserci (beata tecnologia!) ma volete mettere con notti insonni di chiacchiere, latte caldo e biscotti?

Così quando la mia amica partorirà non ci sarò, quando il mio amico stringerà tra le braccia il suo piccolo io chissà dove sarò, quando la mia amica avrà una promozione non potrò portarla fuori a brindare, quando un’altra festeggerà il compleanno in una delle discoteche fighette di Milano non potrò lamentarmi dei tacchi, al lancio della app di un amico non sarò lì per l’aperitivo e nemmeno per il primo show delle ragazze del burlesque. Non sono nemmeno stata a vedere la nuova casa a Venezia della mia amica che finalmente ha trovato un lavoro che le piace nè ci sono stata per distrarre la mia amica quando è finita con il suo ragazzo e sembrava nulla andar bene.

Il mondo per la mia vita vera: come un patto con il diavolo perchè nessuno ti regala nulla e per ogni cosa presa ne devi sacrificare un’altra. Davanti alle foto della mia amica mi sono resa conto di quanto sia rimasta indietro e quanto non vedo l’ora di tornare da tutti loro. In viaggio cercando bellezza, trovando bellezza ma “perdendo” quella che prima era vicina, sicura, quotidiana.

Che poi loro sono fantastici, tutti. Sono presi dalla loro vita che avanza a ritmo quasi sempre milanese ma sempre con un occhio su di me, sempre pronti ad aiutarmi quando me ne succede una delle mie. Non mi hanno rimproverato per un singolo istante l’esser lontana, l’aver egoisticamente messo questa scommessa davanti a tutto ma al contrario sono orgogliosi di me e mi riempiono di forza e sicurezza. Perchè soli non siamo nessuno.

Questo viaggio è per me come un grande ritorno a casa, facendo il giro largo. Ma amici, aspettatemi che torno presto carica di storie come un remagio, con il sorriso più bello che mi avete mai visto indossare e con tanta voglia di contagiarvi di vita!

Che poi tutti mi dicono che una volta a casa vorrò ripartire, probabilmente è così, come diceva il nostro amico Schopenhauer (dai che lo conosciamo tutti in qualche modo!): siamo come un pendolo tra dolore e noia. Ecco, non lo chiamerei dolore ma si, la noia è sempre dietro l’angolo e in un certo senso meno male, è quella che ci spinge fuori casa a conquistare il mondo!

Partire per ritornare, strano eh? Eppure per me è proprio così. Tu quando parti, con che pensiero e intenzione lo fai?