Il cammino di Santiago può essere anche laico nonostante abbia rappresentato per secoli una meta per i pellegrini di tutta Europa che si recavano al Santuario di Santiago per rendere omaggio a Giacomo il Maggiore che si dice essere sepolto qui dopo esser stato decapitato di ritorno in Palestina. Oggi continua nella sua valenza religiosa ma anche in una più laica legata alla ricerca personale, alla bellezza naturale e si, purtroppo, anche alla moda.

Non credo in dio ormai da tanti anni anche se non posso che ammettere di aver provato un certo nodo alla gola quando in questo ultimo anno ho varcato la soglia di luoghi di culto molto diversi tra loro. Ricordo la sensazione fortissima provata nel tempio sotterraneo di Pokhara in Nepal, lo stupore disarmante dato dalla bellezza della chiesa in legno di Chiloè in Chile, l’emozione esplosiva nel perdere lo sguardo tra i mille dettagli della Sagrada Familia a Barcellona o la sensazione di paura camminando tra quello che rimane della chiesa nera di San Michele ad Amburgo.

Non so spiegare cosa sia, non saprei dirvi se sia la presenza di dio, l’alone di morte che ha macchiato tanti di questi luoghi o semplice soggezione, so solo che pure io e la mia anima laica abbiamo abbassato la testa e stretto le mani in una preghiera disordinata e probabilmente poco consona ma rispettosa e silenziosa in questi luoghi.

Ho pianificato questo viaggio diversi mesi fa ma ora arriva in un momento che più giusto non potrebbe essere: oggi, infatti, mi sento persa un po’ come quel signore che proprio all’alba dei trent’anni si ritrovò in una selva oscura senza saper bene che direzione prendere.

Negli ultimi due anni così tante cose sono cambiate, così tante volte mi sono sentita come ora a forza di scommesse su scommesse, di instabilità costante, di occhi chiusi, passi a vuoto e nel vuoto che alle volte erano danza, altre lacci annodati male.

Certo che vorrei davvero tanto avere un dio al mio fianco, qualcuno a cui affidarmi, su cui scaricare un po’ delle responsabilità che mi pesano sulle spalle e con cui parlare quando mi sento così sola nella mia eccessiva indipendenza, ma ci siamo detti addio all’ennesima giustifica sul diario per lutto al liceo e non abbiamo mai davvero fatto pace. Così non mi resta che affrontare il Cammino di Santiago in modo laico.

Nell’ultimo anno, con la sovraesposizione a emozioni, esperienze, eventi tante volte ho sentito la presenza prepotente di quell’equilibrio che tutto governa, poi come questo si chiami sinceramente non lo so ma ho imparato a rispettarlo per forza quando la morte mi ha sfiorato la guancia in Nuova Zelanda ed a fidarmi quando negli Stati Uniti di notte non avevo altra scelta che rischiare sfiorando con il van il bordo del precipizio per mettermi in salvo.

Il mio sarà un Cammino di Santiago laico, un cammino per darmi il tempo di scegliere quale sia la strada che voglio per la mia vita perchè ultimamente sto mettendo in discussione così tante cose che dopo aver buttato tutto in aria di nuovo devo rimettere ordine e scegliere cosa tenere e cosa buttare.

Chissà se come per il nostro amico di poco fa avrò anch’io una guida che mi accompagnerà in quei primi giorni, probabilmente i più duri, o se al solito dovrò far tutto da sola. Amo l’idea del silenzio dei boschi, del rumore del mare contro le falesie, dello scricchiolio dei sassolini sotto le mie scarpe ma in questi ultimi giorni mi sono trovata a questionare questa mia costante solitudine e desiderare fortemente qualcuno a cui appoggiarmi, almeno per un po’.

Forse meriterei anch’io po’ di riposo a quella forza per cui tutti mi conoscono e su cui tutti fanno affidamento quando hanno un problema, quando semplicemente vogliono scrollarsi un po’ di negatività di dosso o quando decidono di lasciarmi alle mie cose che “tanto lei ce la fa anche da sola”.

È così terribilmente faticoso essere forti e praticamente impossibile esserlo sempre, credo sia importante accettarsi anche e soprattutto nelle debolezze, nei giorni no, nei difetti e in quel nervosismo ingiustificato che ogni tanto ci fa saltare senza motivo per delle sciocchezze. Sono umana anch’io ed ho bisogno come tutti talvolta di un po’ di riposo e di due braccia che mi stringano forte così da frenare la caduta.

Mi basterebbe un Virgilio, non pretendo anche una Beatrice, solo qualcuno che mi indichi la strada e mi aiuti a scegliere le pietre su cui appoggiare i miei piedi che ogni giorno saranno sempre più stanchi, feriti ma forti insieme e fieri dei chilometri percorsi.

Ora il mio pensiero è allo zaino, ai vestiti da infilarci e come sceglierli. Probabilmente i miei vestitini non mancheranno e non per ragioni diverse dalla mera praticità: un unico pezzo per essere completamente vestita, leggeri così da asciugarsi nel vento in poche ore e tenermi fresca ad affrontare il sole di fine estate.

Mi fa un po’ ridere il pensiero di affrontare il mio Cammino di Santiago laico con degli scarponi da montagna ai piedi e i vestitini indosso ma poi mi ricordo che sono in Portogallo e sono sicura che non farò poi così scandalo.

Sono quasi pronta, ho tutta una lista di cose a cui in tutte quelle ore di silenzio, ora è solo il momento di lasciare per l’ennesima volta una vita per iniziarne un’altra senza guardarmi mai indietro: c’è un capito importante da chiudere e mi sembra il modo migliore. Nessun rimpianto, la strada riprende ora ed è ora che devo ritrovare me stessa.

Per ogni pensieri ne nascono altri cento, altri mille. Qui ho raccolto i miei ma se ti va di condividere i tuoi puoi farlo qui sotto. Ti chiedo solo la cortesia di essere sempre e comunque gentile, qualsiasi sia il messaggio che vuoi lasciare.