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Matara, Sri Lanka – Midigama, Sri Lanka
1 grado di separazione
Arrivo a Midigama
Lasciare Matara in effetti è stato un po’ complicato ma il mio amico Lorenzo il giorno dopo sarebbe partito da Midigama per andar a nord e quindi non avevo scelta se volevo vederlo.
Parto nel pomeriggio e l’autobus, che ormai è il mio mezzo di trasporto preferito, mi costa 50,00 rupie e in circa 45 minuti sono arrivata. Ho fatto di nuovo l’errore di attardarmi e così scendo dall’autobus che è notte, pioviggina e non si vede un accidente. Sfodero il telefonino e accendo la torcia, molto meglio. Google Map mi dà la direzione e così proseguo nella notte lungo una strada deserta alla ricerca di una camera nella guest house vicina a quella di Lorenzo e per fortuna nel giro di dieci minuti sono già nella mia stanza nuova da Ram’s. Niente di eccezionale ma è accanto al mare ed è tranquilla, con me tutta un’intera colonia di formiche: condivideremo il bagno e finchè ci comporteremo entrambe in modo civile nessuno si farà male.
Il gusto di rivedere un vecchio amico
Andiamo a cena e ci rivediamo dopo almeno cinque anni. È proprio strano come all’estero diventi così importante incontrare qualcuno che riesci a non vedere per anni nella tua stessa città. Lui è proprio uno in gamba: ha trovato il suo talento, l’ha messo a frutto e ora è pronto per una nuova avventura. Si è preso un mesetto per viaggiare tra Sri Lanka e Australia e così ora siamo qui, davanti ad un hamburger a raccontarci cos’è successo nel frattempo. Il pomeriggio dopo già ci saluteremo dopo una lunghissima sessione di selfie (di cui potete ammirare uno dei migliori esemplari qui sopra): è stato proprio bello rivederlo.
È lui che mi manda dai sui amici a Widigama: sono una decina di giorni, infatti, che è qui e in questo tempo si è trovato una compagnia di amici davvero eterogenea e si incontrano quotidianamente da One Love, un piccolo van sulla spiaggia. Ad accogliermi c’è Adam, un ragazzo irlandese in viaggio solo con un’amaca per scoprire cosa significhi esser un senza tetto per poter poi, una volta tornato a casa, lavorare per aiutare queste persone. Abbastanza impressionante, soprattutto per un ragazzo di 23 anni. Capisco presto perché Lorenzo ami questo posto e il giorno dopo ci rimango dalla mattina alla sera, tra un bagno in mare sotto la pioggia e una pessima pizza cucinata nel piccolo van.
Cena al mercato del pesce di Hikkaduwa
Ancora una notte e dovrei ripartire per Hikkaduwa ma rimango incastrata in una riunione telefonica tutto il giorno e memore di quanto successo quando sono arrivata qui decido di fermarmi ancora una notte, così mi sposto nella guest house dove ci sono due cugini italiani conosciuti a Matara. Insieme andiamo a cena al mercato del pesce di Widigama ed è una delle esperienze più belle che mi porto dello Sri Lanka: la sabbia sotto i piedi, il mare a una decina di metri, le stelle sopra la testa ed in bocca il sapore delizioso del pesce fresco. Mancava solo un calice di vino bianco, un innamorato (di cui dovrei esser innamorata pure io) e il quadretto sarebbe perfetto. Per fortuna ci pensano i gamberi a distrarmi da questo pensiero.
Cheeky Monkey di Hikkaduwa
Non contenti andiamo a ballare Cheeky Monkey dove rendiamo speciale la serata del nostro autista di tuk-tuk e del cameriere del ristorante garantendo per loro così da farli entrare. I cingalesi, infatti, non possono entrar liberamente a questa festa pensata per i turisti e così quest’ultimo non smette di abbracciarmi e ringraziarmi per averlo fatto passare con noi e sembra proprio si stia divertendo un mondo. Alle volte basta davvero poco.
Vizziamoci un po’ ad Hikkaduwa
Il giorno dopo di buon mattino salto sull’autobus e in circa un’oretta e mezza sono a Hikkaduwa pronta a riprendere la mia ricerca di un nuovo posto dove dormire. Qui c’è l’amico di un amico di un’amica ma proprio prima di partire l’amico francese di Lorenzo mi scrive per dirmi che mi avrebbe raggiunta con due amici e così non mi va di disturbalo, ci vedremo poi la sera.
Mentre cammino lungo la strada decido di chiedere qualche prezzo anche agli hotel un po’ più carini per aver un’idea più precisa di quanto sia il costo di una stanza. Il primo mi spara 75,00 euro così proseguo e poco convinta entro in un secondo capendo che stavo davvero azzardando troppo: è bellissimo con tanto di laghetto con i pesci rossi nella hall e il giardino collegato alla spiaggia. Mi portano a vedere la camera che non mi hanno ancora detto il prezzo e me ne innamoro: una parte ha il tetto aperto e una specie di piccola aiuola con pietre e piante. Quando mi chiedono 40,00 euro a notte non credo alle mie orecchie, faccio comunque un po’ la sostenuta e riesco ad abbassarlo a 35,00. Sono così felice della mia nuova camera e non vedo l’ora di farla vedere ai ragazzi!
Esco a far una passeggiata sulla spiaggia enorme e faccio un giretto tra i negozi scoprendo che nessuno qui accetta il pagamento con la carta, nemmeno i negozi più grandi, così vado a prelevare e mi infilo prima in un centro massaggi (sapete già come mi attirano questi posti). Ad ottobre caddi dalle scale in casa e da allora ho una specie di bernoccolo sopra il sedere, così colgo occasione per farmelo trattare. Riesco a strappare un prezzo di 1.000,00 rupie per 30 minuti, circa 7,00 euro e così entro nel centro avvolto da religioso silenzio.
Il ragazzo francese
Al mio rientro in hotel incontro il ragazzo francese amico di Lorenzo e torniamo insieme verso la camera. Ci accomodiamo in cortile e poco dopo ci raggiungono diversi amici della guest house di Widigama dove aveva soggiornato nelle ultime settimane che evidentemente sono partiti in blocco per Hikkadua. La serata trascorre veloce e la stanchezza comincia a farsi sentire, proprio non ce la posso fare ad andar oltre una pizza e alle 23.00 sono già a letto.
La mattina dopo vengo svegliata dal bel francese con la schiena dolorante e la pioggia che batte nella parte senza tetto della camera. Così, assecondando il mio spirito da infermierina, mi infilo la mantellina gialla fluo che provvidenzialmente i ragazzi di Oakley hanno infilato nel mio pacco e mi avvio alla ricerca di una farmacia per comprare dei cerotti per gli strappi muscolari. Ovviamente la prima “vera” e non ayurvedica è dal lato opposto della città, così tra una cosa e l’altra torno circa quaranta minuti più tardi e quando torno in camera il francese è sparito.
“Sarà andato a comprare le sigarette”, così prendo il mio MateBook e mi metto a lavorare mentre lo aspetto per andar a far colazione. Passa più di un’ora e di lui nemmeno l’ombra, lo stomaco brontola ma sono troppo occupata per preoccuparmi sul serio. “Sarà andando a far un massaggio”, penso. Poco dopo eccolo sbucare “ehi, sono andato a far colazione”, no vabbè, sei serio? Fortuna che ero di buon umore o mi sarei potuta mangiare lui a quel punto. Rideva lui, mi diceva che in effetti non aveva ben capito perché lo avessi piantato lì così e aveva optato per berci su un caffè, tra l’altro pessimo, con due ragazzi gay a fargli il filo. Mi sembra proprio la giusta punizione: io a percorre la città sotto la pioggia alla ricerca dei suoi cerotti per la schiena e lui? Lui a far colazione.
Ed il sapore delle cose familiari
La sera raggiungo Jim e Gay (che hanno partecipato con me alla Rickshaw Challenge) a Galle per cena (sempre con il pullman) e mi portano in un delizioso locale italiano dove mangio un medaglione di salmone davvero eccezionale. Sono così felice di rivedere i miei amici, stare con loro è sempre piacevole e per me sono davvero un ottimo esempio di amore. Gli ho promesso di cucinare una carbonara per loro, speriamo arrivi presto il giorno in cui saremo di nuovo insieme con una cucina a disposizione.
Ormai è arrivato il momento di partire, il mio aereo decolla alle 18:30 e dicono bisogna esser in aeroporto cinque ore prima per via di lavori all’aeroporto. Sveglia alle 6.30, un ultimo abbraccio al mio compagno di questi tre giorni e si va, senza guardarsi indietro, senza ma…, se…, un giorno… Prendo un treno questa volta e cercando di non pensare troppo mentre chilometro dopo chilometro mi allontano.
Domani è un altro giorno e sarò alle Maldive.
Ci sono luoghi che ti rimarranno sempre nel cuore perché ti ricorderanno come ti sei sentita in quel momento e un pezzettino del mio è rimasto sulla spiaggia di Midigama. Tu dove hai lasciato il tuo?
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