Gli americani e le code meritano un intero post perchè per noi è qualcosa di davvero inconcepibile. È abbastanza risaputo che trovare in Italia code ordinate, silenziose, senza che qualcuno sbuffi o speri della distrazione di quello avanti per avanzare di un posto è praticamente impossibile ma qui davvero esageriamo.
In America si fanno code per tutto! Siamo a New York, è il 2011 e il mio vicino di casa mi invita al cinema a vedere i puffi. Per capirci meglio è importante che sappiate che sono quella tipologia di persona che entra in sala a luci spente quando le pubblicità sono finite, mi sento una vera milanese imbruttita per questo, ma come si dice, mica abbiamo tempo da perdere da queste parti!
“ci vediamo alle 16:00!”
“ok… pensavo il film fosse alle 18:30…”
“si, si è alle 18:30 ma dobbiamo andare a prender i posti”
Abbastanza insicura su che cosa intendesse, seguii le sue istruzione e alle 16:00 ero all’ingresso del cinema dietro casa pensando ingenuamente che avremmo comprato i biglietti per poi andar a far un giro e tornare all’inizio del film. Illusa. Ci mettiamo prima in coda al botteghino per comprare i biglietti e subito dopo finalmente il mistero è stato svelato: posti non numerati.
Così eccomi lì, buttata sul pavimento di nuovo in coda per un’ora, schiena contro il muro aspettando che aprano la sala per prendere posto. Che poi appunto era lo spettacolo del pomeriggio dei puffi, non la prima dell’ultimo Star Wars. I puffi. Poi un’altra mezz’ora di pubblicità e finalmente ci godiamo il film dai nostri posti centrali.
Ma perchè?! Non è più semplice numerare i posti e ognuno si siede dove è riuscito a prenotare? Davvero in una città come New York si può permettersi di buttar due ore stando in coda per andar al cinema?
Durante il viaggio on the road fatto un mesetto fa sulla costa ovest mi sono ritrovata ad una festa di Paese. Un sacco di carrettini con il cibo, musica, gente che sparava al bersaglio, altri ballavano ma l’attività principale era star in coda. Ho visto almeno 50 persone in fila indiana per comprare una pannocchia bollita.
Quanto desideravo quella pannocchia ma una volta vista la coda l’entusiasmo è scemato più veloce della luce: si può mai star in coda anche solo 30 minuti per mangiar una pannocchia? Perchè secondo me no.
Sarebbe interessante anche capire come nascono queste code infinite per qualsiasi cosa. Forse sono semplicemente di più e quindi ci vuol più tempo per smaltirla. O forse sono più lenti visto che nessuno si lamenta in modo arrogante mettendo fretta a chi in quel momento è dall’altra parte del bancone.
Non ho ancora elaborato una teoria convincente sull’origine delle code americane ma di sicuro ho assodato la mia insofferenza nei loro confronti e quanto questo lato di me sia arrendevole. Una vita in coda… no, non sarà la mia!
Se avete una teoria sulle code negli Stati Uniti questo è il vostro momento per farvi avanti. Poi lo so che sono eccessivamente intollerante io ma… non ce la faccio proprio!
Ho scoperto solo oggi il tuo blog, quindi commento in ritardo.
Circa un quarto di secolo fa decisi che Milano non faceva per me perché c’era troppa gente e … troppe code. Certo, Milano aveva all’epoca l’offerta culturale più ampia e variegata d’Italia, ti offriva i film e le premier più belle, ma passavi le ore in coda; c’erano i ristoranti e le pizzerie più belle, ma dovevi stare in coda anche se avevi prenotato. E dopo essere e stato in coda in tangenziale o per salire sulla metro tutti i giorni durante la settimana per andare a lavorare, fare la coda anche per godersi il tempo libero… significava averne molto meno.
Ora con internet si possono prenotare i biglietti e i posti al cinema o al teatro on line e non si fanno più code (o se ne fanno meno), mentre si sta tutti in coda ai banchetti delle sempre più numerose fiere gastronomiche in giro per l’Italia.