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Ella, Sri Lanka – Matara, Sri Lanka
3 gradi di separazione
Prima di arrivare a Manila, qualsiasi persona con cui parlassi mi diceva “ma non ti fermare nemmeno, è orrenda” e quindi sono arrivata piena di pregiudizi. In realtà non è così male, è vero che è un misto strano di ricchezza e povertà ma nulla di diverso da quanto già visto a Delhi, ad esempio.
La città ha una parte antica chiamata Intramuros dove poter ammirare le vecchie costruzioni francesi, il monastero e il forte.
Da Ella a Matara in autobus
Da Ella il viaggio è ripreso verso sud alla volta di Matara in Sri Lanka dove Daniele, amico di un amico di un’amica (che poi in realtà si è rivelato esser anche amico della mia amica), mi stava aspettando.
Ho preso l’autobus dal centro ad Ella Falls e non mi sono alzata da quel sedile per sei lunghissime ore. Fortuna avevo fatto la pipì prima di salire, perché sono quasi morta comunque di crampi alla vescica e far una sosta abbastanza lunga da scendere, andar in bagno e ritornare era impensabile. Oltre al fatto che mi sarei giocata il preziosissimo posto a sedere e che con lo zaino da viaggio sarebbe stato un po’ complicato.
Il biglietto in compenso è costato solo 237,00 rupie (circa 1,50 euro), praticamente come andar da Corso Lodi a Piazza Duomo a Milano. Arrivata alla stazione, nemmeno il tempo di scendere e mi avvicina un uomo chiedendomi dove dovessi andare e sapendo quanto mi sarebbe costato il tuk-tuk gli ho dato corda per vedere quanto mi avrebbe chiesto. Con mia grande sorpresa mi dice esattamente il prezzo corretto e mi accompagna al tuk-tuk: era un impiegato della stazione, non un autista ed era lì per prendersi cura dei viaggiatori in arrivo. Ottimo inizio decisamente!
Dove dormire a Matara
Poco dopo sono alla guesthouse prenotata online e scopro che la camera è piccola, con l’unica finestra che da su un muro (a circa 20cm di distanza), il bagno è ricco di peli di barba di chi ha soggiornato prima di me e dall’odore, decisamente umida! Ormai sono lì ma sono abbastanza sicura di non voler rimanere più di un giorno, comunque sia prendo le mie cose e vado direttamente in spiaggia. Il mare quanto chiama chiama!
L’acqua è pazzesca: calda, mossa al punto giusto con tutto intorno palme e vegetazione tropicale. La felicità alle volte non è altro che un bagno al mare.
Ecco arrivare Daniele e finalmente ci conosciamo. È un imprenditore e un serfista, lavora online e ogni tanto può prendersi delle pausa dall’Italia lavorando in remoto. I lussi di internet.
Dopo cena andiamo da Isurf, una surfhouse giusto di fronte alla mia gestita da un gruppo di ragazzi italiani che si dividono tra romagnoli e brianzoli: un gran bel mix insomma. Il giorno dopo torniamo per mangiare un’amatriciana prima di ripartire e tra una cosa e l’altra si fa sera e decido di fermarmi alla festa. E dopo la festa per la notte. L’ambiente e davvero rilassato (e tra l’altro ricco di bei ragazzi a petto nudo, cosa che fa sempre un gran piacere) e più mi guardo intorno meno rimpiango la cameretta umida della guesthouse dove stavo prima.
So che la gestione però ora è cambiata e non posso assicurare che sia tutto fantastico come quando ci sono stata io, ma di sicuro la location e la struttura rimangono pazzesche!
I templi di Matara
Il giorno ne approfitto per andar a visitare i due templi della città con due ragazzi italiani di passaggio come me e che presto riprenderanno il viaggio verso nord.
Il primo è il Tempio di Veherahena, davvero meraviglioso: è come stare in un enorme fumetto sulla storia di Buddha con fuori a far da copertina una statua di Buddha alta 25m. Queste immagini ricoprono, infatti, l’intero edificio in ogni suo spazio e si intervallano con i ritratti dei diversi donatori che hanno contribuito alla sua realizzazione e al suo restauro. È davvero imponente con la sua enorme statua gialla del Buddha a dominare i quattro piani con la sua presenza. La guida ci ha raccontato che inizialmente questi disegni erano realizzati da un unico uomo, che passava le sue giornate a decorarne i muri, dopo la sua morte hanno continuato il suo lavori altri artisti e, ancora oggi, ci sono degli spazi liberi che aspettano di essere colorati.
Il secondo è quello di Dondra è nel centro della città, più piccolino, ma punto d’incontro e di condivisione sia della cultura induista che di quella buddhista. Trovo sempre bellissimo quando due religioni seppur così diverse riescono a convivere nella pace e nell’armonia.
C’è però una cosa che mi turba abbastanza qui e sono i due poveri elefanti incatenati nel parco del tempio: pochi metri per muoversi e centinaia di persone intorno ogni giorno… Poveri animali.
Il marcato di Matara
Dopo la nostra passeggiatina ci avviamo alla stazione, è il momento di ripartire, questa volta alla volta di Midigama, anche se non prima di aver fatto un giro al vicino mercato della frutta. Intere montagne di frutta, verdura e pesce sono disposte in maniera più o meno ordinata sui diversi banchetti creando un caotico arcobaleno di gente e colori. Il mercato è sempre un contenitore bellissimo di usi e costumi del posto.
Gli autobus partono circa ogni mezz’ora per Midigama così ne prendiamo al volo uno che sta tramontando il sole e sono certa che tra poco mi pentirò di aver fatto così tardi ma pazienza.
la spiaggia di Neutral Beach: piccola, pulita e riparata
voto 5/5
l’arroganza dell’uomo della prima guest house dove sono stata ospite, Neutral guest house
Di solito quando viaggio cerco di evitare gli italiani ma in questo caso avevo così tanto bisogno di un po’ di “casa” che ritrovarmi in mezzo a loro è stata una vera e propria liberazione da tutto lo stress che gli ultimi giorni tra i locali mi avevano provocato. Quando viaggi tu cerchi il conforto dei tuoi connazionali o ti piace mescolarti nella cultura locale?
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