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  • Monte Batur, Bali

Bali escursione al vulcano Batur

Ho dormito meno di un’ora: quando so che mi sveglierò dopo poco non riesco mai davvero a rilassarmi e lasciarmi coccolare tra le braccia di Morfeo. Scendo alle 2:00 spaccate e aspetto il mio pulmino con una ragazza tedesca sicura che non sarebbe mai arrivato puntuale, infatti, 40 minuti dopo eccolo sbucare. È incredibile come in Asia nulla sia mai davvero quando dovrebbe essere. Vabbè.

Il pulmino è pieno e quando raggiungiamo il parcheggio ai piedi del monte scopriamo quanto questa escursione all’alba sul monte Batur sia super gettonata: ci saranno una cinquantina di mezzi e se ognuno di loro ha portato anche solo cinque persone… beh vi lascio far i conti.

Più passano i minuti più la mia sensazione di aver avuto una pessima idea si fa intensa e arriva al suo culmine quando iniziamo a scalare la montagna. La notte è densa, le nostre guide ci hanno dato delle torce e abbiamo iniziato a farci strada nella foresta e da lì possiamo già vedere i led degli altri mattinieri esploratori che si fanno strada sul costone del monte.

Trekking vulcano Batur: una pessima idea

La salita è mediamente difficile in alcuni punto con rocce rotolanti e ghiaino sdrucciolevole che grazie alla mancanza di luce si fa ancora più pericoloso anche se il vero del problema è il traffico!

Ebbene si signori e signore, sembrerebbe proprio che sono fuggita dal casino e dallo stress di Milano per infilarmi in un altro serpentone lento e infinito. Non sapete lo stress e la frustrazione di fare due passi e rimanere poi in bilico su una pietra aspettando che chi sta avanti avanzi e sperare non ti rotoli addosso niente.

Lago e vulcano Batur

La vista dalla cima del monte Batur è meravigliosa: un’alba rossa che si specchia nel lago sottostante. Peccato per le decine di persone che si frappongono tra te e quello spettacolo scattandosi un selfie dietro l’altro, fondamentalmente con la stessa faccia ed espressione per un milione di volte. Alle volte penso che dovrei esser un po’ più così anch’io almeno eviterei di sembrar un’idiota in metà delle foto ma proprio non ce la faccio, perdonatemi.

Il freddo è pungente da là su e la mia schiena sudata non aiuta, i miei sandali nemmeno. Ho preso un tea caldo ma mi pento comunque davvero tanto di non aver portato una felpa di ricambio e un paio di calzini. Aspetto con ansia il momento della discesa a valle mentre mi godo lo spettacolo di scimmie veloci che rubano i biscotti a sprovveduti turisti e della caldera del vulcano che sbuffa vapore caldo verso il cielo.

Se è possibile la discesa è anche più traumatica della salita con gente che scivola, che cade, che rallenta il passo e mette in pericolo tutti. Più scendo a valle più mi chiedo come sia possibile che questa cosa non possa essere regolamentata o organizzata in modo tale che non si trasformi in un’esperienza negativa per tutti.

Sulla strada del rientro ci fermiamo in un’azienda locale che produce tea e caffè dove vediamo i piccoli “gatti” che mangiano le bacche di caffè, la signora che lo tosta sul fuoco e il mortaio in cui viene macinato, tutto questo seguito da una degustazione di tutti i prodotti.

Non sono una grande fan delle visite turistiche obbligate alle aziende agricole o negozi che siano ma devo ammettere che il tea era davvero buono e così quello al mango e al lemon grass vengono a casa con me. Con tutto il tea che sto comprando in giro per il mondo, potrò invitare tutta Como per una degustazione al mio ritorno!

  • voto 2/5

  • la vista all’alba

  • il “traffico” che rende impossibile la camminata

Davvero un peccato che non ci sia una buona organizzazione e gestione del sito, il numero troppo elevato di persone rende l’escursione oltre che poco piacevole anche pericolosa. Voi l’avete fatta? Conoscete un’alternativa?